25 aprile: l'Abruzzo commemora gli eroi e partigiani Vermondo Di Federico e Renato Berardinucci

23 Aprile 2013   09:58  

L'Abruzzo non dimentica gli eroi e partigiani Vermondo Di Federico e Renato Berardinucci, medaglie d'oro al valor militare, uccisi 11 giugno del 1944 dalle truppe tedesche ad Arischia, in provincia dell'Aquila.

E giovedì 25 aprile alle ore 18.30 in una cerimonia a cura dello Iasric, l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, e l’Amministrazione dei Beni Separati, verrà apposta una targa commemorativa al casolare di fronte al cimitero di Arischia.

Questi i fatti e i protagonisti: Vermondo di Federico, bracciante di Picciano era entrato dopo l'8 settembre 1943 nella formazione partigiana "Giacomo Leopardi", operante a nord di Pescara, distinguendosi per la sua audacia. Fu catturato dai tedeschi nel giugno del 1944 e condannato a morte.

Renato Berardinucci, nato a Philadelphia, figlio di italiani emigrati nel Nord America, era entrato nelle file della resistenza abruzzese, dando il suo aiuto ai prigionieri anglo-americani fuggiti dai campi di concentramento, grazie alla conoscenza della lingua.

Fu catturato dai nazisti mentre stava portando in salvo, sulle montagne dell'Aquilano, alcuni paracadutisti alleati. I destini di Renato Berardinucci e Vermondo Di Federico si incontrarono dunque ad Arischia, dove era di stanza il comando tedesco. E dove entrambi insieme ad altri partigiani furono condannati sommariamente alla fucilazione.

Quando i tedeschi ebbero allineati i condannati contro il muro del cimitero, poco prima della scarica del plotone di esecuzione, con uno sguardo di intesa Berardinucci e Di Federico decisero di tentare il tutto per tutto e come ricorda la motivazione della decorazione al valore, ''con un gesto di sublime follia, si scagliarono armati soltanto della loro volontà e della fede contro il plotone di esecuzione''.

Un gesto disperato che non gli salvò la vita, ma che gettò scompiglio tra i militari tedeschi, e consentì ai loro compagni di fuggire e salvarsi.

Oggi martedì 23 alle 15.00 invece nell’aula 3 A della  facoltà di Scienze della Formazione (viale Nizza 14), avrà luogo (in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila) il seminario di studi «Una generazione in fermento: dalla “scuola” fascista all’Italia democratica», vale a dire a quella generazione di intellettuali e di comunicatori che venne educata sotto il fascismo e si trovò a sviluppare la parte matura della sua attività nel secondo dopoguerra e nella liberaldemocrazia

 

 


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