6 aprile a L'Aquila: la messa da requiem di Verdi in ricordo delle vittime

04 Aprile 2013   12:26  

Quattro anni fa, il 6 aprile 2009, il tragico sisma che ha colpito la città dell’Aquila e il suo circondario, con 309 vittime.

Questo giorno è dedicato alla commemorazione, alla memoria di quanti direttamente o indirettamente hanno perso la vita. Gli Enti musicali Istituzione Sinfonica Abruzzese e Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” propongono l’ascolto di una delle pagine più celebri del compositore italiano Giuseppe Verdi, di cui ricorre il bicentenario dalla nascita: la Messa da Requiem.

Per questa partitura è richiesto un organico orchestrale imponente e così l’Orchestra Sinfonica Abruzzese si unisce all’Orchestra Regionale delle Marche per dar vita ad una compagine, un progetto che prende il nome di Filarmonica dell’Adriatico.

Una sinergia in atto fin dal marzo del 2011. Anche per la parte corale, impegnativa e di scrittura “lirica” come richiede un operista come Verdi, si sono unite le forze del Coro degli allievi del Conservatorio "A.Casella" dell’Aquila, del Coro Lirico Marchigiano "V.Bellini" e del Coro dell'Accademia Reatina Teatro e Musica.

Maestro del coro è Pasquale Veleno. Le voci soliste sono affidate a cantanti che si sono formati o operano nel territorio: Cristina Piperno, soprano; Valentina Di Cola, mezzosoprano; Leonardo Gramegna, tenore; Enrico Turco, basso. Direttore è Marcello Bufalini, direttore principale ospite dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese nonché docente nel Conservatorio cittadino. Come è noto il Requiem fu scritto da Verdi per rendere omaggio a due “grandi” italiani, certamente a Rossini che scompare nel 1868, ma soprattutto nella versione definitiva, ad Alessandro Manzoni. Infatti la prima esecuzione avvenne con direzione dello stesso Verdi a Milano il 22 maggio del 1874 in occasione del primo anniversario della scomparsa dello scrittore.

Le pagine musicate sono strutturate sul testo in latino della “classica” Messa da Requiem con l’aggiunta di un Libera Me che riprende e sviluppa sul finale i concetti del Dies Irae.

Tanti dibattiti si sono instaurati nel corso degli anni se queste pagine verdiane dovessero essere considerate operistiche o sacre. Certamente l’aspetto che interessa di più sono le domande che Verdi si pone, domande sul mistero della morte e sulla ricerca del divino, domande che la musica esprime con potenza lirica.

E la risposta? L’unica possibile è quella di continuare a porsi le domande, a riflettere, a cercare attraverso la musica, impalpabile arte dei suoni, l’emozione, il pensiero, il senso stesso della vita umana. Tramandare la necessità di farsi domande. Questo è il messaggio che si vuole lanciare e chissà se mai fra i posteri qualcuno avrà una ”ardua sentenza” che dia una qualche risposta ai drammi umani.

 


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