7 Consigli Indispensabili per Gustare in Sicurezza Sushi, Sashimi e Tartarre

01 Giugno 2017   05:00  

I cibi crudi sono sempre più consumati in tutto il mondo, i consumi mondiali di pesce sono in forte ascesa, sotto forma di sushi, sashimi e tartarre.

Dobbiamo, però fare parecchia attenzione ed informarci bene su quello che potrebbe succedere se il pesce non è sicuro.

Consumandolo crudo, infatti, cresce il rischio di malattie parassitarie  tra cui la più diffusa in Italia è l'anisakiasi (o anisakidosi).

IL CASO

Un nuovo caso in Portogallo ha portato alla ribalta delle cronache il problema: il team di medici giudati da  Juliana Carmo ha sollevato il caso del ricovero di un ragazzo 32enne con  sintomi di vomito, nausea, diarrea e febbre. Dopo le opportune analisi endoscopiche, si è scoperto che l'uomo aveva nello stomaco proprio il verme anisakis che deriva proprio dal pesce crudo che il malcapitato avea consumato qualche giorno prima.

I casi sono sempre più numerosi in Giappone, ma anche in occidente, sono in aumento; anche per i sintomi e le conseguenze il portoghese è stato particolarmente fortunato, in quanto in alcuni casi il parassita può portare e reazioni allergiche, emorragie gastointestinali, peritoniti.

A tale propossito la Food Standards Agency, dipartimento del governo britannico, sottolinea le regole basilari per poter consumare tranquillamente pesce crudo in casa: per essere sicuri di eliminare la larva è necessario congelare il pesce per almeno 4 giorni ad una temperatura di -15 gradi.

COS'E' L'ANISAKIDOSI?

L'anisakidosi è la malattia causata dalla larva anisakis, sottilissima e biancastra, lunga da 1 a 3 centimetri, per fortuna visibile ad occhio nudo che può annidarsi nello stomaco dopo l'assunzione di pesce crudo o poco cotto o sottoposto a trattamenti poco idonei a questo tipo di consumo.

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IL PRIMO CASO IN ITALIA

Il primo caso in Italia è stato registrato a Bari nel 1996, da allora si è verificato un aumento annuno soprattutto considerando l'impennata nei consumi di sushi e sashimi.

QUALI SONO I SINTOMI?

Le larve in questione sono resistenti ad i succhi gastici e si impiantano nella mucosa gastrica, originando infiammazioni acute, dolori addominali, diarrea, nausea.

Alcuni soggetti possono anche registrare episodi di reazioni allergiche come eritemi e sfoghi della pelle.

Se le larve perforano la parete gastrica, possono spostarsi in altri organi, scatennando i sintomi più disparati.

COSA FARE PER EVITARE LE "MALATTIE DA PESCE CRUDO"?

La cottura del pesce a temperature sopra i 60 gradi per almeno un minuto, ci mettono al sicuro dai parassiti.

Ma parlando di sushi, sashimi e tartarre, chiaramente non può essere questa la soluzione!

E' stato dimostrato che la tradizionale marinatura del pesce non è efficace per rendere un pesce sicuro. 

La salagione è efficace solo se si hanno grandi concentrazioni di sale per lunghi periodi: più è grande il pesce, più il tempo deve essere lungo

COSA DOBBIAMO CHIEDERE QUANDO SIAMO AL RISTORANTE E A COSA FARE ATTENZIONE?

1 - Che il pesce, una volta scongelato non sia stato ricongelato.

2 - Alcuni parassiti si vedono ad occhio nudo, quindi possiamo esaminare il pesce per bene prima di consumarlo.

3 - Accertarsi che il pesce abbia subito l'adeguato trattamento termico imposto dalla legge e sia stato acquistato già eviscerato.

4 - Consumare, se possibile, pesce a basso rischio di zoonosi, quindi evitare sgombro, sardine, tonno e alici marinate.

5 - Evitare di consumare pesce crudo in locali che trascurano palesemente le pratiche igeniche, anche riguardo la sale e il personale.

6 - Masticare con accuratezza ogni boccone in modo da sopprimere eventuali larve presenti.

7 - Avere bene a mente che succo di limone o aceto non eliminano eventuali parassiti.



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