​Cento Morti a Sarajevo, l'Assurdo Piano dei Terroristi. Arresti, ma Senza Alcuna Prova

27 Dicembre 2015   10:24  

Cento morti per la fine dell'anno a Sarajevo. Un maxi attentato sventato dalla procura bosniaca e pianificato da un gruppo di estremisti vicini all'Isis, collegati con combattenti in Siria e Iraq. Un piano reso noto dal procuratore antiterrorismo di Sarajevo Dubravko Campara mentre da Vienna è arrivato l'allarme attentati per tutte le capitali europee nel periodo tra Natale e Capodanno.

L'obiettivo del gruppo era quello di piazzare una bomba sotto un'auto della polizia, oppure in un luogo centrale della città, gremito di gente per Capodanno. A fermarli una vasta operazione antiterrorismo compiuta nella periferie di Sarajevo il 22 dicembre. Undici gli arresti, accompagnati da perquisizioni in moltissime abitazioni e luoghi di culto e poi ancora controlli incrociati e collegamenti che hanno portato il procuratore Campara, a quattro giorni di distanza, a parlare con certezza della pianificazione del maxi attentato di Capodanno.

«Puntavano ad uccidere oltre un centinaio di persone», ha detto Campara, senza scomporsi di fronte al fatto che non sia stato trovato l'esplosivo. Ragione in più, ha assicurato, per tenerli in carcere, visto che solitamente puntano a distruggere ogni prova. Il gruppo, secondo il procuratore, si riuniva per pregare in un appartamento alla periferia di Sarajevo, trasformatosi nella base per pianificare l'attentato nei dettagli.

La procura ha diffuso una foto dell'appartamento sul cui muro campeggiava una bandiera nera dell'Isis. Gli avvocati dei sospetti terroristi hanno negato tutto, parlando di arresti «assurdi» e hanno chiesto l'immediato rilascio dei loro assistiti in assenza di prove. Ma la procura, per il momento ha confermato gli arresti per 30 giorni.


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