Abruzzo, acque di balneazione 2015. FORUM H2O: Situazione peggiora, l'Abruzzo rischia grosso

Urgenti le misure di disinquinamento, stop alle grandi opere

07 Aprile 2015   13:47  

La qualità delle acque di balneazione abruzzesi continua a peggiorare inesorabilmente.

Il Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua ha analizzato i dati della classificazione 2015 operate dalla Giunta regionale abruzzese ai primi di marzo, sulla base dei risultati delle analisi del quadriennio 2011-2014.

La classificazione viene fatta sulla base delle indicazioni dell'Unione Europea contenute nella Direttiva 7/2006/CE che ha chiesto agli Stati Membri di classificare ai fini della balneazione le acque dei singoli tratti di costa in 4 classi di qualità: eccellente; buona; sufficiente, scarsa.

La classificazione ai fini della balneazione tiene conto esclusivamente dell'inquinamento di tipo microbiologico, verificando l'entità della presenza di Escherichia coli ed enterococchi.

I dati ottenuti nel monitoraggio annuale vengono aggiunti a quegli degli anni precedenti ai fini della classificazione (come detto la classificazione 2015 è avvenuta tenendo conto dei dati di quattro anni di monitoraggio, dal 2011 al 2014).

In primo luogo si segnala, rispetto alla classificazione dello scorso anno un ulteriore peggioramento, con la classe peggiore (qualità scarsa) che passa dal 13,8% del 2013, al 19% del 2014 e al 22% del 2015. Contemporaneamente la classe migliore (eccellente) scende dal 68% del 2013, al 46% del 2014 e al 40% del 2015.

Purtroppo da quando è partita la classificazione, nel 2011, è in atto un costante peggioramento.

In secondo luogo Il confronto sulla qualità delle acque di balneazione abruzzesi rispetto a quello delle regioni limitrofe è letteralmente impietoso e fa comprendere a che livello è il disastro dei nostri corsi d'acqua. Intanto bisogna abituarsi a parlare non tanto di bandiere Blu ma della classificazione ufficiale dei tratti costieri che una regione vuole aprire alla balneazione in 4 categorie di qualità, secondo quanto dettato dalle normative comunitarie.

I dati di cui parliamo in questo comunicato stampa sono desunti dalle relative Delibere di Classificazione 2015 reperibili sui siti istituzionali delle rispettive regioni.

Ebbene, il confronto lascia senza fiato.

Nelle altre tre regioni la stragrande maggioranza dei tratti monitorati è nella classe “eccellente” (Emilia 94%, Puglia 99% e Marche 85%) mentre in Abruzzo rientra in questa categoria meno della metà dei punti di monitoraggio (il 40%).

La categoria “scarsa”, che equivale al divieto di balneazione, in Abruzzo è al 22%, mentre è all'1% in Emilia, vicina allo zero in Puglia e il 6,5% nelle Marche.

 

Emilia Romagna

Marche

 

Puglia

Abruzzo

Eccellente

94%

85%

99,2%

40%

Buona

5%

6,5%

0,5%

25%

Sufficiente

0%

2%

0,2%

13%

Scarsa

1%

6,5%

0,1%

22%

  • basati sulle delibere di classificazione 2015 delle rispettive regioni, quadriennio dati 2011-2014.

Quando nel 2013 il Ministero assegnò di fatto la maglia nera al mare abruzzese ci fu una corsa a cercare di smentire e di sottacere il problema.

Solo una classe politica e amministrativa miope poteva scegliere di adottare la politica dello struzzo, cercando disperatamente di nascondere il fallimento della gestione del territorio e delle sua risorse che sono alla base della nostra economia.

Nascondere i problemi sotto la sabbia ci porterebbe solo ad aggravarli ulteriormente.

Noi esigiamo invece che i problemi emergano nella loro gravità perché solo la piena consapevolezza delle criticità può portare ad un radicale ed indispensabile cambiamento nella società.

Noi siamo arrabbiati per come le società di gestione dell'acqua siano state letteralmente saccheggiate in questi anni producendo un debito stimato in 350 milioni di euro che di fatto limita se non azzera ogni possibilità di investire in futuro.

Ai più sfugge una norma della Direttiva che, alla fine del quinquennio di classificazione (cioè dal prossimo anno), imporrà la chiusura definitiva alla balneazione dei tratti costieri in cui la qualità delle acque è classificata “scarsa” (cioè, con i dati di 4 anni, attualmente più di 1/5 della costa abruzzese). Sarebbe un danno immenso all'economia regionale.

Tra l'altro ben 15 di questi tratti con acqua di qualità “scarsa” potrebbero rimanere sostanzialmente aperti alla balneazione quest'anno nonostante questa classificazione solo grazie a scelte amministrative su cui ci permettiamo di esprimere forti dubbi. Nella Delibera 157/2015 della Giunta si sostiene che:

Immagine in linea 1

Ora, nell'allegato B1 troviamo tratti di costa le cui problematiche in tema di inquinamento occupano da anni addirittura le prime pagine dei giornali (a mero titolo di esempio, Foce del Vibrata, Foce del Saline e Fosso S. Lorenzo a Francavilla al Mare).

Siamo certi che in questi casi non si può parlare di inquinamento conclamato?

Quando si tratta della salute crediamo non si debba cercare di ricorrere ad ogni costo a qualsiasi codicillo solo per rimandare di fatto il problema al prossimo anno.

Tra l'altro facciamo notare che la Direttiva Comunitaria prevede la chiusura della balneazione come misura da intraprendere quando la qualità è “scarsa” e che eventuali situazioni transitorie di inquinamento, che permettono di riaprire questi tratti, devono essere realmente tali.

Se i nostri corsi d'acqua sono stati ridotti a fogne e i depuratori per oltre il 50% non funziona bene (o per nulla) come accertato dal Corpo Forestale dello Stato lo dobbiamo ad una politica dissennata di gestione della cosa pubblica che ha massacrato anche le opportunità di lavoro, visto che non sono stati fatti investimenti in cantieri per depuratori e reti per centinaia di milioni di euro. Un fiume di denaro sparito in meandri opachi che possono creare consenso dopato ma che alla lunga uccidono l'intera comunità.

Questi sono i risultati.

Se nessuno paga e anzi si costruiscono ulteriori carriere cavalcando il disastro di cui si è corresponsabili non risolleveremo questa situazione.

Il Forum Acqua chiede di:
-cercare in ogni modo di accertare le responsabilità degli amministratori delle società di gestione che si sono succeduti negli anni della gestione fallimentare delle società di gestione del servizio idrico integrato;

-promuovere una partecipazione ampia della società abruzzese nella definizione degli strumenti di gestione come i Piani d'Ambito (dove si decidono gli investimenti) e il Piano di Tutela delle Acque (dove si determinano le regole);

-concentrare le poche risorse disponibili nelle infrastrutture alle attività di bonifica, disinquinamento del territorio. Basta nuove grandi strade, megaporti e nuove ed inutili grandi opere, apriamo i cantieri di depuratori, fitodepuratori, rinaturalizzazione delle sponde ricreando fasce di vegetazione ripariale degne di questo nome e creiamo lavoro per far tornare bello il nostro Abruzzo;

-pubblicizzare i risultati dei controlli svolti sui depuratori da province ed ARTA;

-fermare le nuove captazioni sui fiumi che diminuendo le portate abbattono la loro capacità di auto-depurazione.

Immagine in linea 2

Alcuni paragrafi del comunicato sono volutamente identici al comunicato dello scorso anno, visto che non è cambiato nulla.

 

SCARICA la classificazione di tutti i 114 tratti abruzzesi - allegata alla Delibera di Giunta regionale


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Qualità delle acque di balneazione abruzzesi
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