Accorpamento reparti di medicina, Silveri: '' Operativo da 20 giorni e nessuno se ne è accorto''

08 Ottobre 2013   11:50  

Il manager della Asl Giancarlo Silveri replica alle accuse piovutegli addosso a seguito della decisione di accorpare i reparti di medicina generale e medicina ospedaliera dell'Ospedsale San Salvatore dell'Aquila.

E lo fa con un battuta: ''L’accorpamento è già avvenuto da venti giorni e nessuno se ne è accorto. Non ci sono stati disservizi di sorta. La gente nemmeno ci ha fatto caso''.

Dunque lascia intendere Silveri, il problema riguarda la riduzione dei posti da primario, non certo la qualità del servizio per i cittadini.

Contraria alla chiusura di Medicina generale la dottoressa Laura Natali, figlia e nipote dei due storici primari, che hanno fondato il reparto.

Silveri aveva così liquidato la sua offensiva, che si è sviluppata anche con una raccolta firme e minacce di ricorsi al Tar: ''Comprendo le sue motivazioni di carattere affettivo, anche se non le condivido. Si rifà ai ricordi di un passato glorioso, ma ora quei medici non ci sono più. E le linee guida nazionali non ammettono deroghe''

Silveri ribadisce poi quanto più volte sottolineato: ''Con questa riorganizzazione si offre un servizio specialistico in più, grazie all'attivazione di due nuove unità specialistiche, quella di Predimissioni che funziona da quasi un anno e quella di Immunologia verrà creata al massimo entro fine anno”.
Finora ci sono state due unità gemelle, la Medicina Interna e la Medicina Universitaria, che hanno sempre lavorato in sinergia e contavano 40 posti letto. Con la riorganizzazione, avremo una Medicina unica, con 34 posti, affiancata dalla Immunologia, con 6 posti. Per i pazienti non cambia nulla, anzi il servizio migliora e si arricchisce di una specialistica in più''

A seguire la nota deiI consiglieri comunali dell'Aquila, Antonello Bernardi (Pd), Ettore Di Cesare (Appello per L'Aquila), Giustino Masciocco (Sel), Enrico Perilli (Fed-Prc), contrari all'accorpamento.

''Il 2 settembre scorso il Consiglio comunale, dopo una lunga discussione, ha votato all'unanimità un dispositivo che chiedeva al dottor Giancarlo Silveri, direttore generale dell'Asl, di rivedere la decisione di chiudere il reparto di Medicina Generale Ospedaliera dell'Aquila, rimettendo in discussione l'atto aziendale.

Da allora, purtroppo, non c'è stata nessuna azione volta a dare risposte ai settemila cittadini che hanno sottoscritto un appello per il mantenimento del reparto in questione e ad aprire un confronto, con i consiglieri comunali che si sono fatti portavoce della preoccupazione dei cittadini, a fronte di una sanità sempre meno accessibile ed efficace e sempre più costosa.

In effetti la vicenda della chiusura del reparto di Medicina interna è emblematica di come si stia strutturando un servizio sanitario che ha perso di vista i bisogni primari dei cittadini e, utilizzando la necessità di razionalizzare la spesa sanitaria, frantuma sempre di più il sapere medico, moltiplica le specialità ed i primariati e smarrisce la visione unitaria della malattia.

Come può essere possibile che un ospedale regionale sia privo di un reparto in grado di ricomporre in una visione unitaria le diverse branche specialistiche della medicina? Né si può obiettare che rimane un reparto di Medicina interna universitario poiché il quest'ultimo ha come obiettivi prevalenti la didattica e la ricerca, mentre quello ospedaliero ha come obiettivo prevalente l'assistenza e la cura.

I due reparti, quindi, si integrano ma non sono intercambiabili. È necessario ripartire da questa vicenda per mettere in discussione gli orientamenti che hanno guidato il Piano di rientro della spesa sanitaria abruzzese, producendo un taglio dei servizi e uno squilibrio territoriale degli stessi, con lo sguardo rivolto più agli interessi di alcuni medici che a quello dei cittadini.

Perciò chiediamo al sindaco Massimo Cialente che ha votato con noi la richiesta di ripristinare l'unità complessa di Medicina, di convocare l'assemblea dei Sindaci, di cui è pesidente, per rappresentare il punto di vista dei consiglieri comunali e riaprire la discussione sull'atto aziendale della Asl.

Ai settemila cittadini che hanno firmato l'appello per il mantenimento del reparto ospedaliero di Medicina interna chiediamo invece di organizzarsi in comitato cittadino per la salute e di allargare la loro battaglia all'insieme dell'organizzazione sanitaria del nostro territorio.''

 


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