Ad Auschwitz c’era un’orchestra femminile

23 Gennaio 2015   10:18  

Si svolgerà mercoledì 28 gennaio, alle ore 21,00 presso il Teatro Francesco Paolo Tosti di Ortona, la pièce “Ad Auschwitz c’era un’orchestra femminile”, con la partecipazione dell'Orchestra Femminile del Mediterraneo, diretta da Antonella De Angelis e delle attrici Tiziana Di Tonno e Edmea Marzoli.

Lo spettacolo, organizzato dall’Orchestra Femminile del Mediterraneo e dalla Fondazione Dean Martin con il patrocinio del Comune di Ortona e della Commissione Pari Opportunità della Regione, è liberamente tratta dal libro “Ad Auschwitz c’era un’orchestra” della pianista cantante Fania Fénelon deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, luogo in cui le SS vollero costituire un’orchestra femminile con le prigioniere.

Verranno eseguiti brani amati dai gerarchi nazisti: Puccini, Mascagni, Beethoven, Brahms, Strauss, Caccini e Sibelius, che si intersecheranno con la narrazione e la drammatizzazione delle protagoniste, mettendo in luce gli stati psicologici delle deportate musiciste costrette a suonare fino a 18 ore al giorno davanti ad un pubblico di prigionieri e carnefici. Fania Fenélon (Tiziana Di Tonno), musicista francese, fu deporata ad Auschwitz e poiché sapeva cantare e suonare il pianoforte, entrò a far parte dell’orchestra femminile del campo, che aveva il compito di accompagnare le prigioniere al lavoro all’alba e al tramonto, accogliere ogni nuovo arrivo di deportati, allietare i momenti di svago degli ufficiali SS, capaci di commuoversi all’ascolto della musica e di mandare il giorno dopo i prigionieri alle camere a gas. Fania scriverà il libro alcuni anni dopo la sua liberazione.

Fra tutti gli incontri avvenuti nel campo il più singolare è quello con Alma Rosé (Edmea Marzoli), eccezionale violinista ebrea, nipote di Gustav Mahler e direttrice dell’orchestra. Il rapporto che nasce tra le due musiciste mette in luce il loro diverso modo di vivere il lager e la necessità di fare musica: per Fania, infatti, suonare è un mezzo per sopravvivere e sopravvivere è testimoniare.

Anche in una condizione estrema Fania riesce a mantenere intatta la propria umanità: sa di suonare e cantare una musica “che è la cosa migliore ad Auschwitz- Birkenau in quanto procura oblio e divora il tempo, ma è anche la peggiore perché ha un pubblico di assassini”; per Alma la musica è un fine, il fine su cui ha costruito la propria identità di tutta una vita e nulla le importa più se non fare bene il proprio lavoro e realizzare musiche sublimi, disinteressandosi degli effetti collaterali delle proprie azioni. Durante la serata di mercoledì 28 gennaio verrà effettuata una raccolta fondi a favore di Rishilpi International Onlus.

L’Orchestra Femminile del Mediterraneo ha iniziato una collaborazione con l’associazione Rishilpi a favore del progetto “Amar Sonar Poribar”, ossia la “famiglia dorata” che riguarda la prevenzione dei matrimoni precoci delle bambine in Bangladesh, Paese in cui sono spesso considerate un peso in famiglia perché, non potendo né studiare né lavorare, non contribuiscono al sostentamento familiare. Per questo motivo esse vengono date in sposa in età adolescenziale.

I matrimoni prematuri causano forti  traumi alle spose – bambine mentre le gravidanze precoci aumentano il rischio di mortalità materna e infantile. Inoltre possono causare gravi disabilità ai nascituri.

L’impegno di Rishilpi è quello di lottare per aiutare le donne facendole studiare. In modo particolare aiutano le bambine ad aprire gli occhi sulla realtà dell'ingiustizia che la cultura del pregiudizio continua a difendere, complice l'ignoranza, substrato ideale per ogni forma di schiavitù.


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