Adriatico centro di esperimenti estrattivi, Pietro Dommarco: "Rischio di causare sismi"

17 Maggio 2013   20:09  

Anche il mondo dell'editoria si mobilita esplicitamente contro le trivellazioni petrolifere sul territorio italiano, in particolare per quanto riguarda il mare Adriatico ed i progetti ad esso correlati.

Nello specifico, questo é l'intento di Trivelle d'Italia - Perché il nostro paese é un paradiso per i petrolieri, libro scritto dal giornalista freelance lucano Pietro Dommarco, presentato ieri pomeriggio presso la sala consiliare del comune di Pescara, alla presenza dello stesso autore e del consigliere regionale Prc Maurizio Acerbo, sulla sponte del caso attualissimo di Ombrina Mare.

Un libro che presenta e denuncia il lato meno conosciuto e meno edificante della Nuova Strategia Energetica Nazionale, ossia quello riguardante le compagnie petrolifere che negli ultimi anni hanno impiantato in Italia centinaia di concessioni, non tanto per particolari prospettive di guadagno, quanto perché, in virtù di bassi costi e di leggi alquanto tolleranti, possono compiere esperimenti di perforazione petrolifera in grande libertà. E proprio l'Abruzzo é una delle regioni italiane più interessate dai piani di tali compagnie, contando sul proprio suolo e davanti alle proprie coste un totale di 10 concessioni, dietro alla sola Basilicata che ne "vanta" 15.

"Dopo un viaggio attraverso l'intera penisola, la Sicilia e la Sardegna, e dopo aver visitato tutte le aree a rischio, ho dato alle stampe questo libro", ha affermato Dommarco, precisando poi di "aver ripreso anche un documento risalente al 17 luglio del 2000, in cui si chiariva come, sulla base della Nuova Strategia Energetica Nazionale, si puntasse ad aumentare la produzione interna di idrocarburi dall'8 al 16%, con conseguenti gravi danni per il territorio. Anche perché la trivellazione non garantirebbe particolari guadagni, ma consente ai petrolieri di sperimentare una nuova tecnica di estrazione petrolifera, la cosiddetta fratturazione idraulica, o fracking, che prevede lo sfruttamento della pressione dell'acqua per creare una frattura sul fondale marino a fini estrattivi".

Una tecnica quindi assai pericolosa per l'ecosistema marino, "che soprattutto comporta il rischio potenziale di causare sismi, tanto che negli USA e nel resto d'Europa é stata espressamente vietata, mentre in Italia non ci si é nemmeno interrogati seriamente al riguardo".

Lorenzo Ciccarelli

 


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