Aeroporto d'Abruzzo, Sospiri: "L'abbandono di Ryan Air sarebbe una iattura per la nostra economia "

02 Febbraio 2016   12:05  

Dopo il ‘caso’ del porto di Pescara, sottomesso d’imperio all’Autorità di Ancona, Pescara e l’Abruzzo rischiano di veder declassare, ovvero chiudere, anche l’aeroporto con l’abbandono di Ryan Air.

Se la compagnia irlandese dovesse mettere in atto quanto preannunciato, ossia la chiusura della base di Pescara e l’eliminazione dell’aeromobile, sarebbe una iattura per la nostra economia regionale e per la nostra immagine, con un crollo vertiginoso di rotte, passeggeri e la fine dello scalo.

Ma la cosa più in accettabile è la mancanza di trasparenza, di chiarezza, e un Presidente, D’Alfonso, e un Cda della Saga divenuti improvvisamente ‘fantasmi’ che rifiutano anche di dialogare con la Società per individuare soluzioni condivise e legittime.

Se non lo faranno loro, ci penserà il Consiglio regionale convocando prima in Commissione Vigilanza e poi direttamente in Assise i vertici della Ryan Air per capire cosa sta accadendo e quali sono le eventuali opportunità”.

Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri intervenendo sulla vicenda dell’aeroporto di Pescara.

“Le rassicurazioni giunte, vuote e tardive, dalla maggioranza del Pd onestamente hanno solo alimentato preoccupazioni e sospetti – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri -, e quando non si ha nulla da dire, sarebbe meglio tacere.

Nel 2014, con la gestione Laureti del nostro aeroporto, avevamo lasciato una situazione in assoluta crescita: aumentava in maniera straordinaria il numero dei passeggeri, aumentavano le rotte, tanto da attrarre l’interesse anche di altre compagnie e per quella ottima gestione parlano i numeri.

Il nostro obiettivo era quello di rendere lo scalo di Pescara il terzo aeroporto di Roma, sfruttando la vicinanza, i collegamenti facili, la velocità, un obiettivo in divenire, ma che pure non era lontano. Purtroppo in un anno e mezzo abbiamo visto crollare tutto quanto costruito: cambiata la governance di Saga, la società che gestisce i servizi a terra dello scalo, cambiata la governance politica della Regione, stiamo assistendo a una serie di fallimenti spaventosi, grazie anche al contributo del Movimento 5 Stelle.

Addirittura oggi siamo arrivati all’ultimo capitolo della Ryan Air, pronta a chiudere i rapporti con l’Abruzzo, la base operativa, a smantellare il personale, bene che vada dovranno trasferirsi all’estero tutti i dipendenti, e a cancellare il nostro scalo.

Una chiusura che, come ben sa il Presidente D’Alfonso, significherà il fallimento della Saga e la chiusura del nostro stesso aeroporto, una mazzata insopportabile per la nostra economia turistica e commerciale che oggi si è organizzata anche in funzione di quei voli con l’Europa garantiti da Ryan Air e per i quali, a oggi, non avremmo mai un rimpiazzo.

Ma quello che non riusciamo a capire è come si è potuti arrivare a un tale deterioramento dei rapporti istituzionali, che chiama in causa direttamente il Presidente D’Alfonso e la presidenza della Saga da lui voluta. Com’è possibile che da un giorno all’altro la Ryan Air abbia deciso semplicemente di smantellare Pescara e che nessuno se ne sia accorto per tempo, almeno per lanciare un allarme alle Istituzioni?

Oppure qualcuno sapeva e ha machiavellicamente taciuto? E allora, cosa c’è dietro?

Fino a pochi mesi fa, nei giorni della ricapitalizzazione, lo stesso D’Alfonso mostrava un ottimismo fuori misura sulle sorti e lo sviluppo dello scalo d’Abruzzo, più o meno lo stesso che mostrava parlando del nostro porto oggi di fatto commissariato dall’Autorità portuale di Ancona, demolendo la nostra immagine, autorevolezza e indipendenza.

A questo punto c’è un’esigenza di chiarezza – ha affermato il Capogruppo Sospiri – se i vertici di Regione Abruzzo e di Saga si sono dati alla fuga per non incontrare i vertici di Ryan Air, delegando non si sa bene chi, dovrà essere il Consiglio regionale a interessarsi direttamente della vicenda: convocheremo i dirigenti di Ryan Air in Commissione Vigilanza e poi, se necessario, anche nell’Assemblea del Consiglio regionale per capire cos’è accaduto dal maggio 2014 a oggi e cos’ha causato lo strappo tanto definitivo tra l’Abruzzo e la compagnia irlandese, partendo dal presupposto che noi alle ‘ritorsioni’ istituzionali non vogliamo credere”.

 


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