Affitacamere, per Federalberghi c'è allarme per sommerso e sicurezza

14 Novembre 2015   14:40  

"Il sommerso nel turismo e' giunto a livelli di guardia, che generano una minor sicurezza sociale e il dilagare indiscriminato dell'evasione fiscale e del lavoro in nero". E' quanto afferma il Presidente di Federalberghi, Bernabo' Bocca, commentando i risultati di un monitoraggio che la federazione degli albergatori sta realizzando con l'ausilio della societa' Incipit Consulting. Un esempio "eclatante", spiega Federlaberghi, e' costituito dal portale Airbnb, che ad ottobre 2015 pone in vendita in Italia 176.870 strutture (erano 234 nel 2009), con una crescita esponenziale alla quale non fa seguito una significativa variazione del numero di attivita' ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall'Istat erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 117.749). Tra le citta' italiane maggiormente interessate dal fenomeno, troviamo Roma con 18.546 unita', Milano con 11.397, Firenze con 5.736, Venezia con 3.908 e Palermo con 2.502. In barba alle leggi che obbligano il gestore di risiedere all'interno dei bed and breakfast, la stragrande maggioranza degli annunci presenti su Airbnb e' riferita all'affitto dell'intera proprieta' (72,5% dei casi) ed e' pubblicata da inserzionisti che gestiscono piu' di un alloggio (57%).

La ciliegina sulla torta, prosegue Federalberghi, e' costituita dagli "host" che possiedono centinaia di alloggi: per esempio Daniel che gestisce 527 alloggi e Bettina con 420 alloggi, di cui 140 a Milano, 80 a Roma e 88 a Firenze. Chi si nasconde dietro questi nomi amichevoli che gestiscono un patrimonio miliardario? Di certo non si tratta di persone che affittano una stanza del proprio appartamento per integrare il reddito familiare. "I numeri dunque smentiscono la 'favoletta' del gestore che accoglie l'ospite in casa propria - evidenzia Bocca - Il consumatore e' ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un'esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela della salute e della sicurezza. Ne' puo' essere sottaciuta la responsabilita' delle piattaforme online, che adottano una posizione pilatesca e fanno finta di non vedere il traffico sospetto che transita attraverso i propri canali". Inoltre, si pone con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. "A livello europeo - conclude Bocca - molti Paesi si stanno muovendo per sconfiggere le degenerazioni della sharing economy nel turismo. Tocca ora all'Italia dare un segnale importante, dettando regole ed istituendo controlli volti ad azzerare l'illegalita' in uno dei settori tra i piu' importanti per l'economia del Paese". I risultati del monitoraggio realizzato da Federalberghi saranno presentati oggi a Parigi, citta' in cui si sta svolgendo la Convention mondiale degli host di Airbnb, unitamente ad analoghi studi realizzati dalle associazioni degli albergatori di Francia (UMIH), Germania (IHA), Olanda (KHN), Regno Unito (BHA) e Spagna (CeHAT).


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