Affitti impazziti e aquilani strozzini: ora basta

Come uccidere una città...

30 Luglio 2009   10:57  

Anche la Protezione civile alza i toni contro gli aquilani sciacalli che approfittano dell'emergenza per affittare appartamenti ancora agibili e  locali commerciali a prezzi doppi e talvolta anche  tripli rispetto a prima del 6 aprile.  Loro, questa disgustosa minoranza parassitaria della città, si giustifica affermando che è la sacrosanta 'legge del mercato'': se l' offerta di metri cubi è con tutta evidenza diminuita, allora è ovvio e legittimo che il prezzo aumenti. E che la città muoia.
Per un monolocale in periferia c’è chi chiede anche 800 euro, c'è chi chiede per mini-appartamenti sfitti 1.000 euro, possibilmente in nero, non si sa mai e poi penseranno gli affittuanti, ''sono un terremotato, mica posso pagarci sopra pure le tasse...''.  

Denuncia Umberto Tursini al quotidiano il Centro: ''Avevo il negozio Compro oro in piazza Duomo e lì pagavo un fitto di circa 1.300 euro che poteva anche starci visto che operavo nel centro storico dove circolava molta gente. Ora invece, per un locale in una zona davvero poco richiesta, nella immediata periferia, mi sono stato chiesti 1.500 euro quando in condizioni normali credo che un affitto non ne valesse più di 300...''. Ci sono attività commerciali che a L'Aquila non torneranno mai più è stanno riaprendo sulla costa e in altre regioni. Ci sono persone che in tendopoli non ce la fanno più e che lavorano a L'Aquila, che non riescono a trovare un affitto ad un prezzo decente. Incredibile che la politica locale (e bilocale)  e le associazioni di categoria abbiano per ora sottovalutato un problema grosso, è il caso di dire, come una casa. Meno male che almeno ha cominciato ad indagare la Guardia di finanza che sta già esaminando i contratti spulciando tra le clausole degli accordi.  E speriamo che qualche affittacamere finisca una volta tanto nei guai e al limite in galera. Un programma di attento monitoraggio dei prezzi e degli affitti in città è stato avviato intanto dalla Protezione civile, in collaborazione con il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli. «Il prefetto - ha spiegato il sottosegretario Guido Bertolaso - sta elaborando un piano di intervento e di controllo che coinvolgerà anche alcune organizzazioni e Ministeri, ci sarà anche "Mister prezzi".  C'è chi vuole approfittare di questa situazione - prosegue Bertolaso - abbiamo trasmesso alla Guardia di Finanza tutte le segnalazioni che abbiamo avuto perchè non abbiamo nessuna intenzione di consentire speculazioni su questa tragedia''

Affronta il problema anche il  Vice Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinis nel corso della trasmissione "Radio anch'io", a cui ha preso parte anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente.

" L'azione che e' partita dall'ordinanza 3769 ha cercato di dare un messaggio calmierante rispetto ad una situazione che oggi sta esplodendo, per quanto riguarda gli affitti delle abitazioni agibili, per richiamare tutti ad onesta' e solidarieta'".

"Nessuno - ha detto ancora - si sogna minimamente di pensare di mettere semplicemente nelle case in costruzione i terremotati, perche' quelle in costruzioni non sarebbero sufficienti. Gli strumenti - ha aggiunto - sono anche il fatto di far emergere dal territorio dell'aquilano quello che e' un patrimonio edilizio gia' accatastato ed agibile sul quale ruotavano 10-11 mila studenti. Non si vede perche' questo patrimonio che potrebbe essere attorno alle 4 mila unita' non debba emergere. Mi assumo io - ha concluso - la responsabilita' di aver deciso di non metter le persone nei container provenendo da altre esperienze come quella della Basilicata, proprio in ragione delle altre esperienze non vorrei lasciare il popolo abruzzese nei container per 5 anni esistendo un patrimonio edilizio come questo"

INVIATE SEGNALAZIONI AD ABRUZZO24ORE.TV DI  RICHIESTE DI AFFITTO RITENUTE ECCESSIVE E DISONESTE


Ordinanza n. 3769 del 15 maggio 2009

'' Tra le soluzioni temporanee per le famiglie le cui prime case sono state distrutte o dichiarate inagibili, l’ordinanza n. 3769 del 15 maggio - permette di andare a vivere in affitto a spese dello Stato in appartamenti sfitti o non utilizzati su tutto il territorio dell’Abruzzo. La condizione è di non disporre di altre soluzioni abitative all’interno della regione.
  Le case saranno assegnate dai Sindaci in base a criteri di priorità che tengono conto della vicinanza dell’immobile al Comune di residenza, di quanto è numeroso il nucleo familiare, e se ne fanno parte disabili, anziani e bambini. Saranno la Protezione civile e i Sindaci a individuare queste case, arredate e dotate di impianto di riscaldamento. Il contratto di affitto tra i proprietari delle case disponibili e i beneficiari del provvedimento sarà regolato secondo un modello di convenzione che è contenuto nell’ordinanza.
  I contratti di affitto sono previsti di 6 mesi, rinnovabili fino a 18 mesi e i canoni, a meno di diversa dichiarazione di congruità, vanno dai 400 fino agli 800 euro a seconda della grandezza dell’appartamento. Il Comune a pagherà gli affitti e solo gli oneri condominiali sono a carico dell’affittuario. Ovviamente, chi usufruirà di questo provvedimento non avrà l’indennità di autonoma sistemazione.''

A PROPOSITO DI AFFITTI IN NERO

Quando L'Aquila era una città universitaria...

Gennaio 2008250mila euro completamente sottratti a tassazione. E l'ammontare quantificato dalla Guardia di Finanza dell'Aquila nei confronti di alcuni proprietari di appartamenti affittati "in nero" agli studenti.

Gli accertamenti sono stati condotti dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria su un campione di 225 studenti universitari.
Nelle abitazioni, dove alloggiavano tra le 4 e le 5 persone, i proprietari percepivano un canone di circa 180 euro al mese per studente omettendo di stipulare il previsto contratto nonchè di versare l'imposta sui redditi, l'imposta di registro e di effettuare la prescritta comunicazione all'autorità di pubblica sicurezza.
E' stato accertato che 96 studenti universitari, circa il 42% del campione, occupavano l'alloggio senza alcun contratto di locazione. In molti hanno dichiarato di essere riusciti nell'intento di trovare alloggi ad un prezzo "accettabile" solo sottostando alla condizione di corrispondere "in nero" il canone di locazione con pagamento in contanti, anticipato entro i primi 5 giorni del mese.
Le sanzioni previste per i proprietari di immobili che concedono locazioni in nero sono particolarmente onerose.
In particolare, esse comportano il pagamento di una somma variabile tra il 120 ed il 240% dell'imposta di registro evasa e l'applicazione di una sanzione variabile dal 100 al 200% dell'imposta gravante sull'importo del canone occultato.
Inoltre e' previsto anche il pagamento di una sanzione amministrativa fino a 1.549,37 euro per l'omessa comunicazione all'autorità delle generalità di ogni singolo locatario.

Studenti e Guardia di Finanza, insieme contro gli affitti in nero

Nelle città sedi universitarie si è sviluppato un enorme mercato di affitti per case o, molto più spesso, singoli posti letto. Ma il contrasto all’evasione fiscale sta compiendo passi avanti significativi grazie alla collaborazione tra università e Guardia di Finanza

Gli studenti fuorisede in Italia sono oltre mezzo milione, i posti letto messi a disposizione dagli atenei coprono circa il 10% della domanda. Sulla base di questi numeri, come è noto a tutti da molti anni, nelle città sedi universitarie si è sviluppato un enorme mercato di affitti per case o, molto più spesso, singoli posti letto. Una fetta fortemente maggioritaria di questi affitti è del tutto in nero, nascosta al fisco, senza che questo comporti una diminuzione del prezzo per gli studenti. Piuttosto, è altrettanto noto che i prezzi sono altissimi, a volte proibitivi. A Roma e Milano è difficile trovare una stanza singola a meno di 450 euro, ma più probabilmente per trovarla almeno decente servono 500-600 euro. Per un posto in doppia occorre mettere in conto spesa una cifra non inferiore ai 300 euro.

Per dare un’idea del volume di affari di cui parliamo, possiamo citare un dato diffuso cinque anni fa dalla Guardia di Finanza: nel 2004 a Roma gli affitti in nero avevano sottratto al fisco circa 50 milioni di euro. Secondo una rilevazione fatta nello scorso autunno dall’Unione Nazionale Consumatori, nella Capitale su circa 8.000 abitazioni solo il 9% risulta essere in regola col contratto di locazione.
Il contrasto all’evasione fiscale nel mercato universitario sta compiendo passi avanti significativi, pur se è ancora lontano dall’essere in grado di sferrare colpi definitivi.
In particolare la collaborazione richiesta alle università da parte della Guardia di Finanza si è rivelata uno strumento molto utile. Anziché le vecchie e poco efficaci indagini a campione, adesso si agisce con l’analisi delle banche dati degli atenei e l’incrocio con altre fonti (Asl e Comune, per esempio), al fine di individuare già in sede preliminare gli obiettivi e andare quasi a colpo sicuro. Dopo la prima fase di selezione dei casi ritenuti anomali, spesso si procede interrogando direttamente gli studenti e anche gli ex studenti, i quali, avendo chiuso il loro soggiorno, possono rispondere senza temere ritorsioni dai proprietari di casa. Le prime statistiche danno riscontri molto positivi: almeno la metà dei questionari ritorna alla base e fornisce indicazioni preziose.
E’ successo, per esempio, a Lecce: le Fiamme Gialle hanno utilizzato la banca dati dell’Ateneo salentino per sottoporre cinquemila studenti ad un questionario sugli affitti contratti negli ultimi quattro anni. In autunno si procederà con le prime sanzioni per i proprietari individuati come evasori. Sempre attraverso l’incrocio dei dati tra diversi database, la Guardia di Finanza di Padova, poche settimane fa, ha aperto un’inchiesta sugli affitti “nascosti”. Nella città veneta il 70% degli oltre 50.000 studenti sono fuorisede, pertanto l’inchiesta si prospetta voluminosa e dovrebbe concludersi entro la fine del 2009.
A Siena, 38 evasori fiscali scoperti, 3 milioni recuperati. Un risultato ottenuto grazie anche alla collaborazione soprattutto da parte degli studenti universitari, e anche lavoratori stranieri, che spesso devono sottostare per disporre di una casa o di un posto letto a condizioni da capestro. In ottanta casi si e' scoperto che erano concessi in locazione appartamenti senza regolari contratti. Nella maggior parte, fa sapere la Guardia di Finanza (che opera nel settore con un pool speciale di finanzieri esperti che hanno raccolto una gran quantita' di dati), si tratta di abitazioni situate nel centro storico della citta'. L'evasione fiscale accertata e' di circa 3 milioni, di cui Iva per 200 mila euro e il resto redditi non dichiarati.

Infine un’altra notizia dai numeri eclatanti: sempre grazie al questionario, le Fiamme Gialle di Bologna, nel corso del 2008, hanno scoperto l’attività di due donne, madre e figlia, che affittavano in nero centinaia di appartamenti di cui erano proprietarie. Le due avevano suddiviso il rischio con la perizia dei migliori investitori: il 20% degli affitti agli studenti fuorisede, il 40% a immigrati e un altro 40% ad anziani. Se la loro scelta fosse realmente la migliore dovremmo desumere che i ragazzi universitari sono affittuari poco affidabili, almeno rispetto a immigrati e anziani.

 


 


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