Air One Technic: “Perché Chiodi ci ha abbandonato?”

17 Agosto 2012   12:33  

Cosa si nasconde dietro la vicenda della chiusura dell’Air One Technic nell’aeroporto di Pescara? Perché il Presidente della Regione Gianni Chiodi si è rifiutato di sottoscrivere un documento, firmato dai Presidenti delle Province di Chieti e Pescara, per sollecitare la riapertura del tavolo sulla nostra vertenza? Ci sono forse pressioni dall’alto che hanno spinto Chiodi ad abbandonarci e a non appoggiare la ricollocazione di 80 lavoratori, molti dei quali altamente qualificati?”. Sono alcuni degli interrogativi che si pongono i dipendenti dell’Air One Technic, l’azienda di manutenzione aerea (ex Gruppo Toto) di Cai Alitalia, in cassa integrazione ormai da oltre un anno, da quando la stessa Cai ha deciso di chiudere il polo manutentivo dell’aeroporto di Pescara e trasferire gran parte delle commesse alla AtiTech di Napoli, società che fa capo a Gianni Lettieri, candidato del PdL a Sindaco di Napoli nelle amministrative dello scorso anno, poi vinte da Luigi De Magistris. “Chiodi – continuano i lavoratori – forse non vuole fare concorrenza a un suo compagno di partito, visto che sa perfettamente (come confermato anche dai vertici Alitalia) che i costi di Air One Technic sono tra i più competitivi d’Europa e che i dipendenti sono in possesso di molteplici certificazioni aeronautiche adatte a numerosi modelli di aeromobili?”. I dipendenti chiedono che sia fatta chiarezza anche sul progetto di una cordata di imprenditori abruzzesi (di cui fa parte anche il vicepresidente di Confindustria Paolo Primavera), che si era offerta di rilevare l’azienda. “Un progetto – continuano – che l’amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli ha tentato in tutti i modi di scoraggiare senza motivo, nel corso di una riunione a cui Chiodi non si è neppure presentato. Noi, però, non ci siamo arresi e abbiamo ‘inseguito’ il Presidente in tutte le occasioni, riuscendo a strappare un secondo incontro con Sabelli alla sua presenza, nel corso del quale a questi imprenditori fu assicurato (con Chiodi presente) che in caso di acquisizione dell’azienda, Cai si sarebbe impegnata a garantire commesse per un periodo di due anni. Altra promessa caduta nel vuoto. La cordata, però, non ha desistito e ha proposto di acquistare Air One Technic, anche senza commesse, purché Cai si fosse impegnata a liberare in tempi stretti gli hangar a Pescara. A questa ulteriore offerta, ancora una volta, è seguito il silenzio più assoluto”. I lavoratori chiedono risposte chiare da Chiodi e un maggior coinvolgimento dei vertici nazionali dei sindacati, in particolare della Fiom, a cui gran parte dei dipendenti è iscritta. “In via informale – concludono – abbiamo saputo che Chiodi non vuole più saperne nulla di noi e che, forse per togliersi d’impaccio con il suo partito, ha scaricato la patata bollente sull’assessore ai trasporti Giandonato Morra. Noi però vogliamo sapere perché la Regione ostacola la riapertura di questo centro di eccellenza della manutenzione aerea e come si coniuga questo atteggiamento con tutti i buon propositi contenuti nel Patto per l’Abruzzo siglato lo scorso aprile. In questi giorni si parla inoltre molto di ‘spending review’: perché si preferisce pagare 7 anni di cassa integrazione, quando esiste la possibilità di ricollocazione per i lavoratori? Non c’è più tempo da perdere, perché le nostre certificazioni stanno scadendo. Sarà mica questo che il Presidente stava aspettando?”.


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