Alfredo Castiglione su rapporto primo semestre Confindustri

27 Novembre 2012   15:48  

Dal vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo economico, riceviamo e pubblichiamo.

"I dati esposti nel rapporto di Confindustria, che parlano di una economia in fase di rallentamento, confermano ancora una volta che l'Abruzzo aveva bisogno di costruire nuovi sistemi di sviluppo che nel medio termine porteranno la nostra regione a superare la doppia crisi che abbiamo subito. Ricordo a tutti che l'Abruzzo è parte di un economia globalizzata che ha subito due tipi di crisi. Una legata a fattori esogeni e l'altra legata alla situazione del debito regionale che, per troppi anni, è stato oggetto di un utilizzo forse non in linea con le reali necessità del territorio.

L'attuale Governo regionale ha inciso sia sul primo punto, con decise azioni di risanamento che porteranno i cittadine e le imprese, ad avere a breve minore pressione fiscale, sia sul secondo, fornendo al mondo che produce gli strumenti necessari per competere su tutti i mercati e per affrontare le nuove regole imposte dal mercato creditizio.

Mi riferisco al sistema dei Poli di Innovazione e alle reti di impresa, sistemi aggregativi necessari per affrontare le sfide che i mercati nazionali ed internazionali pongono alle nostre aziende. Mi riferisco alla riforma dei Consorzi industriali ed alla elevata quantità di risorse statali ed europee fornite al mondo produttivo e finalizzate alla innovazione di prodotto e di processo ed alla ricerca, che ha posto l'Abruzzo ai primi posti a livello nazionale, secondo uno studio del Sole 24 Ore, per risorse dedicate a tali tematiche. Per non parlare della prima legge regionale sull’industria che ha normato strumenti innovativi, quali i contratti di sviluppo locali, che a breve verranno finanziati.

Tali riforme, associate a quelle riguardanti il credito, ci consegneranno una realtà completamente diversa, un Abruzzo versione 2.0 con nuovi assetti imprenditoriali più consoni alla realtà in cui viviamo. E proprio perché sono riforme epocali, avranno necessariamente un respiro di medio-lungo periodo, con nuove prospettive crescita, di accesso ai mercati internazionali e di attrazione di investimenti esogeni sul nostro territorio.

Bisogna fare un salto culturale notevole per superare le difficoltà che la crisi ci impone. Un salto culturale che tutti devono affrontare per far si che si vada nella direzione giusta senza tentennamenti, cercando di creare le condizioni a che le nostre imprese possano affrontare, con rinnovato spirito di fiducia, le prove che l'attuale crisi ci pone davanti". 

 


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