Altra vittima eccellente della crisi: chiude lo storico bar Camplone

La crisi economica non solo sembra non volerne sapere di cessare, ma evidentemente non risparmia nessuno, nemmeno attività storiche ed avviate che, almeno ad occhi inesperti, potevano apparire un po' meno a rischio.

La crisi, però, non guarda e mai ha guardato al blasone o al prestigio delle singole attività, e non ha mancato di mietere nel tempo vittime eccellenti: l'ultima, in ordine di tempo, è lo storico bar pasticceria Camplone di piazza 1° Maggio a Pescara, che dopo anni di lavoro ha chiuso i battenti, comunicando la decisione alla Cgil tramite fax.

Prassi tipica di una procedura di licenziamento collettivo, che in tal caso è andata appunto a colpire tutti i 18 dipendenti del bar, ritrovatisi senza lavoro. Del loro caso se no occuperà ora la Cgil, ma gli interrogativi sul loro futuro restano numerosi.

Oltre ai dipendenti, è anche il capoluogo adriatico ad aver perso, verosimilmente a causa della diminuzione del fatturato e del contemporaneo aumento delle spese, una vera e propria istituzione, un notissimo punto di ritrovo. "Non può essere cancellato in questo modo un pezzo di storia della città", ha affermato Luca Ondifero della Cgil, la quale ha già avviato la costituzione di un vertice istituzionale per comprendere se vi sia qualcuno interessato a rilevare la gestione del bar, ed eventualmente riassumere i vecchi dipendenti.

Prima delle trattative istituzionali, in ogni caso, secondo norma dovranno essere svolti 45 giorni di trattative sindacali, per le quali la Cgil sembra aver già richiesto un incontro al settore Lavoro della Provincia di Pescara.

Sulla cessazione dell'attività del bar Camplone è intervenuto anche il presidente di Confcommercio Pescara, Ezio Ardizzi, secondo cui "l'ennesima attività storica di questa città si vede costretta a chiudere a causa delle scelte scellerate degli amministratori cittadini e regionali".