Altri due anni per il Ponte sullo Stretto

02 Novembre 2012   20:20  

Il Cdm ha deciso di “prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità”. E’ quanto si legge nel comunicato di palazzo Chigi. “Tale decisione – prosegue la nota – è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione europea dell’ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario. Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell’efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%”. “Questa nuova procedura – si precisa ancora nel testo – dovrà essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso – si conclude – , durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale”.

Critica con la decisione Legambiente. “Non è la proroga per l’approvazione la strada più conveniente – commenta il vicepresidente Edoardo Zanchini – ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina”.

“Il Governo Monti – aggiunge Zanchini – ha preso una decisione sbagliata e contro l’interesse del Paese decidendo di continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un progetto irrealizzabile. L’unica motivazione che si possa immaginare per questa scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel pezzo della maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto.

Tenere in piedi per altri due anni il progetto del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere di collegamento a un’opera che mai verrà costruita.

L’unico vero progetto a cui dedicarsi con urgenza – ha concluso Zanchini – è quello per una finalmente efficiente e sostenibile mobilità nell’area dello Stretto”. 


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