Amministrative, la caporetto del centrosinistra in Alta Valle Aterno e il mancato mea culpa del Pd

23 Maggio 2011   13:00  

Dall'ex sindaco di Pizzoli, Gianni Anastasio (Pd), riceviamo una nota di commento ai risultati elettorali delle ultime amministrative che pubblichiamo integralmente.

 

A una settimana dalle ultime elezioni amministrative che hanno interessato il nostro territorio in più comuni, mi preme fare alcune considerazioni. Mi rendo conto che è facile scagliare anatemi in questi momenti, soprattutto da parte di chi non ha dovuto subire il peso di una competizione elettorale. Sono molti coloro che dal pulpito danno giudizi e analizzano il voto.
Come sempre, però, pochi sono coloro che hanno il coraggio di fare un umile “mea culpa”.

Mi sarebbe piaciuto, in questi giorni, ascoltare i dirigenti del PD aquilano per capire quali siano state le motivazioni che hanno portato il nostro comprensorio ad essere in netta controtendenza rispetto ai risultati elettorali del resto della nazione.
Ma questa volta, avrei voluto un’analisi che andava oltre le solite motivazioni.
Ma per far questo occorrerebbe ritornare indietro nel tempo, analizzare gli atteggiamenti e i personalismi di alcuni dirigenti di partito per giungere alle giuste conclusioni.

Quando esisteva il PCI, e il centralismo democratico era il metodo indiscusso di gestione, si lasciava spazio ai giovani, si permetteva loro di crescere politicamente e li si formava per poi metterli alla prova in tornate elettorali con il sostegno del partito.
Gli esponenti di spicco del PD attuale, sono il frutto di questo metodo di gestione di partito, ma non ne producono i semi. Nella mia esperienza politico-amministrativa, ho imparato che si vince quando si amministra bene e non si è soli. E’ una lezione che dovrebbero imparare in molti.

Se si punta tutto sulla propria persona, e si pensa di avere un partito che occorre solo per portare elettori dietro le urne a votare per noi, pian piano le file degli iscritti, dei simpatizzanti si assottigliano, fino a diventare inconsistenti.
Abbiamo avuto la prova alle ultime elezioni provinciali, quando ci si è resi conto che non si vince se si punta su una sola persona, e ne abbiamo avuto la conferma nelle elezioni amministrative appena trascorse, quando abbiamo visto che, se si creano attriti e conflitti all’interno di un partito, solo per far emergere i “soliti noti”, il risultato è la diaspora e la sconfitta.

Del resto, quando si amministrano enti e si dirige un partito, cercando di annientare chiunque possa fare un minimo di ombra e abbia la possibilità di emergere in un futuro prossimo, il risultato è quello di ritrovarsi soli a leccarsi le ferite alla prima sconfitta.

“Divide et impera” è un motto che poteva funzionare con l’Antica Roma, non con la nuova L’Aquila!

di Gianni Anastasio


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