Ancora scosse, poche case per tutti, centri storici abbandonati

01 Agosto 2009   13:16  

La terra trema ancora a L'Aquila. ieri quattro scosse, una di intensità 3.6, con epicentro l'altopiano delle Rocche, a sud del capoluogo. Gli esperti rassicurano, è un normale sciame sismico di assestamento, ma la paura è tornata, dopo una settimana di tregua, e il ritorno alla normalità, ovvero il rientro nelle case agibili, rischia di diventare ancor più problematico. Intanto nei cantieri del piano case, si lavora giorno e notte, per centrare l'obiettivo di ultimare entro l'inverno, i 4500 moduli antisismici in cui andranno ad abitare almeno una parte di senzatetto, circa 14mila persone. Oggi e fino al 10 agosto, è cominciato anche il censimento per stabilire il reale fabbisogno abitativo. Gli sfollati, di cui 20mila ad oggi ancora nelle tende, dovranno anche specificare se preferiscono andare a vivere temporaneamente in appartamento del Piano case, oppure in un appartamento sfitto nel circondario o in città, o anche presso amici e parenti. Con affitto a carico dello stato. ieri si è consumato in un lungo e tesissimo consiglio comunale un altro importante paesaggio, ovvero l'approvazione dei criteri guida per l'assegnazione delle abitazioni dei moduli abitativi del piano CASE. La priorità, attraverso specifici punteggi, sarà data ad anziani, disabili, professionisti, ma soprattutto alle famiglie con bambini e figli iscritti nelle scuole del capoluogo. A settembre saranno consegnati, completi di arredamento i primi appartamenti del Piano case a millecinquecento-duemila sfollati. E questo, si teme, potrà creare tensione e rivalità tra la popolazione sfollata, tra aquilani ed extracomunitari comunque residenti, che finora convivono pacificamente nelle tendopoli. Tutti, dopo mesi di inenarrabili sacrifici, si sentono infatti in diritto di tornare a vivere sotto un tetto vero, al di là di punteggi e requisiti. Monta poi l'apprensione per la sorte dei centri storici. Quasi tutti a parte qualche puntellamento, sono rimaste un cumulo di macerie e le le scosse peggiorano di volta in volta la condizione delle abitazioni che potrebbero essere ancora recuperate. Un esempio eloquente è Castelnuovo, sull'Altopiano dei Navelli: le immagini che vedete sono state girate pochi giorni fa, e l'impressione è che il tempo si sia fermato al 7 aprile. A tal proposito è intervenuto ieri l'assessore regionale ai lavori pubblici Angelo di Paolo, il quale ha specificato che la ricostruzione vera, quella della città e dei paesi, necessita di passaggi purtroppo molto complessi, che presuppongono una pianificazione urbanistica, adeguate risorse ancora da definire e coordinamento tra vari attori e competenze. Ma sottolinea, tutti sono consapevoli che è questa è la vera sfida da vincere, e nel più breve tempo possibile.


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