Ansia da Esame? I 10 Modi Perfetti Per Vincerla

11 Giugno 2016   08:20  

Concentrazione, non fasciarsi la testa prima di rompersela, affrontare le situazioni sul momento: questi i segreti per combattere l'ansia da esame secondo Maura Manca, psicoterapeuta e direttore di AdoleScienza.it, che in un’intervista a Skuola.net, ha spiegato come affrontare le principali paure che attanagliano gli studenti. L’esperta ha illustrato, punto per punto, la strategia giusta per porre fine a questi 10 incubi ricorrenti.

1. La paura di non riuscire a finire di studiare per tempo “Non ce la farò!”.
Questa è la frase che rimbalza nella testa dei ragazzi quando devono iniziare lo studio specifico per l’esame di Stato. L’errore è proprio questo: non si sta iniziando tutto da zero, si tratta delle stesse materie studiate durante l’anno. Il trucco sta nell’organizzazione: il cervello nel caos si muove male, non controlla e quindi manda segnali di allarme che percepiamo sotto forma di paura. La mole di materiale da preparare schiaccia e quindi porta a ritardare l’inizio dello studio. Il trucchetto sta nel predisporre degli obiettivi giornalieri: organizzare lo studio in maniera coerente, con le giuste pause, con dei piani di lavoro realizzabili".

2. La paura del commissario esterno severo
"Si ha paura di ciò che non si conosce perché non si riesce a prevedere come si comporterà. Quando abbiamo a che fare qualcuno che non abbiamo mai visto, siamo portati a pensare subito male. Si ha paura possa essere “una carogna”, cattivo, che possa mettere i bastoni tra le ruote. L’agitazione e i pensieri negativi non aiutano. Se si riesce a mantenere la calma e non vedere il giudizio del commissario esterno come una sorta di giudizio universale, si arriva a non subirne il suo eventuale atteggiamento. Perché deve essere per forza un rompiscatole? Può anche essere particolarmente simpatico. Quindi meglio non fasciarsi la testa prima di rompersela e predisporsi a tutte le eventualità per non farsi cogliere impreparati".

3. La paura del "vuoto di memoria" durante le prove
"La paura di perdere la memoria è una cattivissima compagna, perché rischia di offuscare le importanti ore preziose di studio. Pensare di non ricordarsi niente significa dare alla mente un ulteriore carico da gestire che alimenterà la paura stessa. E' un circolo vizioso che va fermato, anche perché il problema è senza soluzione immediata. L’importante è non far vincere la paura. Se si va nel panico la memoria non torna, perché il cervello è impegnato a gestire l’allarme interno. Se invece si dovesse avere un piccolo blocco di memoria, si deve cercare un aggancio per recuperarla: una parola, un’immagine, un suono. Ecco perché, quindi, studiare usando le parole chiave e le mappe mentali è un buon sistema: basta un aggancio per ricordare. Vietato quindi fissarsi troppo nel tentativo di ricordarsi tutto a memoria, perché ci si stressa inutilmente il cervello e si aumenta notevolmente il rischio di “impallarsi”.

4. La paura di tracce d'esame impossibili, imprevedibili, difficilissime o addirittura fuori programma
"Il toto-esame di maturità è già iniziato: si ricorre a una marea di stratagemmi. Dal domandare a chiunque, sia di persona che su internet, allo sforzarsi nel cercare di fare delle previsioni appropriate. Non ci si può affidare completamente alle previsioni e quindi bisogna ricordarsi che, tante volte in tutta la carriera scolastica, è stata affrontata la stessa prova a scatola chiusa in maniera vincente. Se si pensa di non essere in grado di farlo, si aumentano le probabilità di non riuscire a superare bene la prova. Ci potrà essere una traccia di maturità che piace di più e una che piace di meno, ma non esiste niente che non si possa realizzare. Si deve cercare di prendere più spunti possibili in questi giorni, leggere, informarsi e di essere aperti mentalmente e soprattutto pronti a tutto”.

5. La paura della domanda "inaspettata" che decreta il totale fallimento dell'orale di maturità
"Una domanda non può vincolare in maniera radicale il risultato dell’esame. La tesina di maturità è stata preparata, ci sono i voti di ammissione e quelli dello scritto, quindi non si può vivere con terrore una domanda un po’ più specifica che può mettere in difficoltà, ma pensare che c’è una soluzione a tutto. I problemi si risolvono quando si hanno davanti, non possono accompagnare tutti i giorni precedenti con pensieri inutili che incrementano inutilmente il livello di ansia."

6. La paura di non riuscire a gestire il tempo durante le prove scritte e consegnare un compito incompleto
"Questa paura è molto frequente, soprattutto nel momento in cui si leggono le tracce. Si crea un vuoto, si perde tempo e concentrazione alimentando la preoccupazione di consegnare il compito incompleto. La soluzione è pratica e mentale. Il compito andrebbe svolto prima a mente, prendendo appunti con le indicazioni da seguire per poi iniziare a scrivere senza pensare al tempo che scorre inesorabile, concentrandosi completamente a seguire lo schema logico che ci si era preposto. E' utile individuare un tempo massimo per la brutta copia e un tempo realistico per ricopiare, senza dimenticarsi di quei preziosi minuti dedicati alla rilettura. Dando spazio alla paura si perde solo tempo: i pensieri negativi rubano minuti preziosi. Se si guarda continuamente l’orologio, se si pensa di non farcela, si sbaglierà, aumentando notevolmente il rischio di non riuscire ad arrivare in tempo al traguardo. Bisogna puntare all’obiettivo senza perdere mai la concentrazione, perché è quando questa cala che si sbaglia."

7. La paura della "figuraccia" di fronte a professori, genitori, compagni di classe
"La paura di fare una brutta figura, di far ridere gli altri o di essere criticato nasce dalla paura del giudizio. E' ansia da prestazione: si ha paura di deludere gli altri, o di non essere all’altezza dei compagni.
Tuttavia si vive questa paura come un giudizio sulla persona, non sulla prestazione del momento. Ma il valore personale non può dipendere dall’esito di una prova. Per vincere questa paura bisogna sapere che sbagliare non significa essere delle persone sbagliate, non si deve essere delusi di se stessi per così poco. Prepararsi bene e soprattutto essere sicuri di se stessi e di quello che si è studiato è la soluzione. I professori non sono lì per mettere il bastone tra le ruote e non intendono mettere nessuno in imbarazzo."

8. La paura di essere bocciati
"Questa paura nasce dall’insicurezza, dal non credere in se stessi e nelle proprie capacità. La paura di essere bocciati è un tranello della mente che fa credere di avere una preparazione mediocre, di non essere all’altezza e quindi di fallire. Ma perché deve andare così male se compiti ed interrogazioni si affrontano ogni giorno fin dalle scuole primarie? Perché essere bocciati se si è preparati? Queste preoccupazioni sono completamente irrazionali e quindi non hanno senso di esistere, rubano tempo e salute! I pensieri catastrofici producono solo agitazione e confusione."

9. La paura di perdere le parole durante il tema di Italiano
"Il tema di italiano può spaventare gli studenti perché in un certo senso è la prova d'esame più personale e soggettiva, e può essere interpretabile. Spesso si ha la preoccupazione di non essere capiti, o di non riuscire ad esprimersi come si vorrebbe. La soluzione è leggere tanto, soprattutto la cronaca e l’attualità, per stimolare il cervello ed essere particolarmente ricchi di input pronti ad essere utilizzati. La creatività non può svanire nel nulla, viene schiacciata dalla paura e dal fatto che - magari - le tracce non piacciono, non sono quelle che si speravano e quindi si pensa di non riuscire a fare il compito bene come si voleva. In questo caso si crea un condizionamento mentale per cui si avrà un calo e si rischierà di non riuscire a scrivere.
È importante arrivare al giorno del tema sgombri dalle proprie paure perché la creatività e la spontaneità hanno bisogno di un terreno calmo e tranquillo. Affrontare questa prova ascoltando se stessi, senza il timore che le proprie idee siano rifiutate da un adulto o valgano meno di quelle degli altri, sicuramente aiuta."

10. La paura di essere preso di mira da un commissario interno "che mi odia"
"Questa paura può scatenarsi quando, durante l’anno, ci sono stati già dei precedenti. Ma all’esame i professori diventano in genere più propensi ad “aiutare” gli alunni. Bisogna ricordarsi che ci sono anche gli altri membri della commissione a monitorare e controllare che tutto sia svolto secondo le regole. Non si tratta di un rapporto uno a uno e quindi, se ci si è preparati bene, si può stare tranquilli e affrontare tutte le situazioni che si creano, prova dopo prova. E' importante non far trasparire che si ha paura di un dato professore: non può dipendere tutto dal giudizio di un solo docente."


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