Apindustria, aumenti dei tributi e incapacità amministrativa ci stanno portando nel baratro

18 Giugno 2015   13:23  

"Imprese e popolazione allo stremo, tasse che erodono ormai oltre il 65% delle entrate a fronte di servizi che definire scadenti è riduttivo, la TASI che viene imposta anche nei nuclei industriali dove già si pagano gli oneri di urbanizzazione che riguardano gli stessi servizi, in questo quadro sconcertante politici imbellettati si mostrano in conferenze stampa evocando l'attrazione di investimenti.

Ma per quale motivo si dovrebbe continuare a vivere, lavorare e intraprendere a L'Aquila?".

Ad intervenire sull'annunciato aumento dei vari tributi e' il segretario generale di Apindustria, Massimiliano Mari Fiamma, che parla di "incapacita' amministrativa".

"Qualche giorno fa l'indignazione gridata di alcuni esponenti locali per lo 'spopolamento' dell'Università dell'Aquila e oggi gli stessi, con l'ennesima dimostrazione di 'facile amministrazione' fatta di aumenti spropositati delle imposizioni per coprire i buchi di bilancio, rendono di fatto impossibile non solo lo sviluppo di nuove imprese ma il mantenimento delle esistenti.

Vogliamo continuare a puntare sul solo stimolo delle radici familiari per trattenere nel capoluogo residenti, aziende e lavoratori o si decide per una volta di agire, lavorare, e soprattutto 'ragionare' su come rendere appetibile questo comprensorio?", si chiede Fiamma. "Ci sono molte possibilità ancora percorribili prima di procedere sull'abusato ricorso a tassazioni coercitive, multe e sanzioni amministrative; possibilità che contemplano una revisione della spesa, l'inventario degli immobili comunali, la valorizzazione o la liquidazione dell'enorme patrimonio immobiliare che è (o sarà) disponibile grazie alle sostituzioni edilizie che giacciono silenti negli Uffici Speciali.

Ma per fare ciò - osserva il segretario di Apindustria - occorrerebbe una 'qualificazione' di politici e burocrati comunali che invece, a differenza dei professionisti e delle imprese coinvolte nella ricostruzione dagli stessi additate, non sono mai sottoposti ad alcun vaglio del proprio operato o ad una 'certificazione delle competenze'.

È fuori di dubbio che l'azione che si promuove come necessaria sia una palese sconfitta della macchina amministrativa ed un riconoscimento delle proprie incapacità di gestione della cosa pubblica per cui, pur auspicando che alla fine non si procederà in tal senso, se gli aumenti arriveranno dovranno essere accompagnati dalle dimissioni dell'attuale Giunta per manifesta incapacità.

Sarebbe molto onorevole e degno di nota ammettere la sconfitta e cedere con l'onore delle armi prima che L'Aquila diventi una landa desolata, disabitata e priva di occasioni lavorative perché la verità è che in questo momento non esiste alcuna industria che vuole davvero investire qui, mentre molte imprese hanno chiuso nell'indifferenza generale, molte altre sono ad un passo dalla chiusura o, nei casi migliori, dalla delocalizzazione in altre zone più appetibili, anche nel territorio nazionale.

A questa tragica situazione - commenta infine Massimiliano Mari Fiamma - non si può più rispondere con slogan ed azioni teatrali ma con fatti concreti che vanno nella direzione opposta di quella indicata dal Comune dell'Aquila, è ovvio però che se si continua ad agire sempre 'in emergenza' perché si è incapaci di programmare, questa resterà la sola strada possibile. Un passo avanti in direzione del baratro".


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