Appello per L'Aquila: ''Per gli studenti il futuro è oggi, domani è già troppo tardi''

17 Ottobre 2013   16:53  

Riceviamo da Appello per L'Aquila e pubblichiamo.

''In questi giorni sono iniziate le occupazioni e le autogestioni di parecchie scuole aquilane. Un "rituale" si dirà. Ma a ben vedere non è proprio così, anzi l'esatto contrario.

Ascoltando le loro ragioni è chiaro il malessere e la rabbia di vivere la loro età in una non-città con la prospettiva di un non-futuro.

Gli appelli della politica "restate in città, non andate via" se non supportati da azioni concrete suonano come retorici, privi di senso ed efficacia.

Anni di promesse mai mantenute oggi devono trovare immediate risposte.
I nostri ragazzi chiedono spazi dove potersi incontrare, studiare e divertirsi. Dove poter vivere insomma.

E' mai possibile che a più di quattro anni dal sisma non si sia ancora provveduto? Possibile che si sia fatto lo zero assoluto?

Nel 2011 fu assicurata una struttura provvisoria a San Bernardino, tanto strombazzata quanto inesistente.

Oggi la si vorrebbe realizzare al Castello. Ma ha ancora senso alla fine del 2013 realizzare opere provvisorie? E qualcuno ha chiesto ai ragazzi cosa ne pensano? Che fine hanno fatto i progetti di riqualificazione per fini sociali di alcuni spazi comunali? Erano previsti nel programma di mandato del Sindaco ma sono stati puntualmente disattesi, come quasi tutto il resto, purtroppo.

E i tanto decantati fondi Meloni dove sono bloccati? Perché? Con quale faccia e credibilità si destinano le briciole nel bilancio comunale alle politiche giovani per poi affermare che "sono il nostro futuro..."?

Quanti progetti della ricostruzione sono destinati ai ragazzi? Zero come, al di la delle belle parole, sono stati considerati dall'amministrazione anche prima del sisma.

Bisogna trovate subito delle soluzioni condivise e non con proposte calate dall'alto.
Perché oltre a richiedere spazi i ragazzi vogliono giustamente essere protagonisti della ricostruzione della città.

Denunciano la bruttezza con cui convivono da anni, senza un’alternativa, senza una spinta a guardare oltre le macerie, a immaginare un futuro, una nuova città. Non tanto il brutto quotidiano, quanto la mancanza di ascolto, di partecipazione, di condivisione di sogni e speranze hanno prodotto disillusione ma non rassegnazione.
Se nessuno pensa a loro, se l'amministrazione è sorda a ogni richiesta di spazi e partecipazione, alcuni ci pensano da soli e per questo qualcuno viene pure processato (vedi CaseMatte). Siamo a un evidente paradosso.

I ragazzi ribellandosi stanno suonando la sveglia alla città e alla politica, inchiodandoci tutti alle nostre responsabilità.

E' necessario immediatamente fornire delle risposte concrete e senza voli pindarici. Per questo abbiamo richiesto la convocazione della Terza Commissione per ascoltare gli studenti. In quella sede dovranno essere assunti impegni i-n-d-e-r-o-g-a-b-i-l-i.

I ragazzi vanno messi al centro della ricostruzione non a parole ma con i fatti ovvero con risorse e progetti.

Ma gli spazi, fisici e di partecipazione, non sono mai gentile concessione di qualcuno ma si conquistano con determinazione. Questo i ragazzi lo sanno, anche perché il futuro è oggi e domani è già troppo tardi.''

 


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