Approvato il rinnovo delle concessioni balneari per cinque anni

05 Dicembre 2012   14:12  

“Un piccolo passo in avanti è stato compiuto nella maxi-vertenza contro la Direttiva Bolkestein che rischiava di distruggere centinaia di storiche aziende balneari del nostro litorale, mandandole tutte all’asta: nel primo pomeriggio odierno la Commissione Bilancio al Senato ha approvato il rinnovo delle concessioni per cinque anni, dunque almeno sino al 2020, come mi ha appena comunicato il Senatore Andrea Pastore.

Non si tratta dei trent’anni proposti inizialmente dal Pdl, ma comunque abbiamo cancellato lo spettro delle aste creando le condizioni per l’attuale e per il prossimo Governo di lavorare presso l’Unione Europea per cancellare una norma che non abbiamo mai esitato a definire aberrante e inaccettabile. Far parte dell’Unione Europea, come ho ribadito lo scorso ottobre in occasione della maxi-manifestazione di protesta svoltasi a Pescara e alla quale hanno preso parte i sindaci delle maggiori città interessate, deve tradursi nella possibilità di avere benefici per la comunità, non può significare rinunciare al principio di autodeterminazione delle popolazioni, non significa allinearsi e calpestare l’identità di un popolo.

Dunque l’Europa non può pensare né pretendere di cancellare quelle attività balneari che sono la storia della nostra città, della nostra regione del nostro Paese”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ufficializzando il voto odierno al Senato. “Lo scorso ottobre – ha ricordato il sindaco Albore Mascia – Pescara è stata protagonista di una manifestazione straordinaria, che ha visto la presenza di tanti sindaci con la fascia tricolore al petto, perché parlavamo di una battaglia sentita da chi rappresenta il territorio e ha un contatto quotidiano con la gente: i nostri balneatori sono la storia di Pescara.

La nostra economia poggia su alcuni capisaldi, e uno di quei capisaldi, uno dei nostri punti fermi è rappresentato dai concessionari balneari, da quelle imprese costruite con il sacrificio di intere famiglie, imprese che oggi ignobilmente qualcuno vuole sottrarci. In quell’occasione molti balneari hanno sfilato con indosso, sulle spalle, la bandiera della Spagna, una provocazione giusta per denunciare una chiara ed evidente disparità di trattamento da parte dell’Unione Europea, che all’Italia ha tentato di imporre la vendita all’asta delle nostre concessioni, mentre alla Spagna ha consentito il rinnovo agli attuali titolari senza alcuna asta. Ma Unione Europea dovrebbe voler dire benefici alle Comunità, e non rinuncia ai principi di autodeterminazione delle popolazioni, far parte dell’Unione Europea non può significare l’obbligo ad allinearsi e a calpestare la dignità e l’identità dei singoli paesi.

Le attività balneari rappresentano l’economia del nostro paese, dunque quella che ci vede ancora impegnati è una battaglia giusta che vinceremo uniti. In un momento in cui la politica ha perso la propria credibilità, le Istituzioni pescaresi e abruzzesi si sono invece schierate in prima linea, in strada, nelle piazze, con i nostri lavoratori per sostenere guerre difficili, ma oggi abbiamo posto un primo importante tassello. Dopo quel giorno le trattative si sono spostate a Roma e a Bruxelles: al Governo i Senatori del Pdl hanno presentato un emendamento per chiedere il rinnovo per trent’anni delle concessioni balneari. La proposta è stata però modificata e oggi è arrivata in Commissione Bilancio al Senato l’approvazione del nuovo emendamento con una proroga per cinque anni, ovvero sino al 2020, seppur con il parere contrario del Governo.

Lo riteniamo un successo, perché ora abbiamo tempo per riprendere le trattative in sede europea, e nel frattempo abbiamo garantito un’ancora di salvezza a imprese per lo più familiari, ad aziende che hanno investito su quelle imprese e che rischiavano di veder svanire da un momento all’altro il frutto del proprio lavoro. Ovviamente il nostro impegno non si chiude qui: lo stato d’allerta resta alto, anche per il rischio di una procedura d’infrazione che però siamo pronti a fronteggiare”.


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