Arrestato a Torino 23enne militante dell'Isis

28 Marzo 2018   11:42  

Halili Elmahdi, 23enne marocchino naturalizzato italiano, è stato arrestato a Torino per "partecipazione all'associazione terroristica dello Stato Islamico". L'arresto è avvenuto nell'ambito di una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino.

L'indagine, svolta dalla Digos di Torino, con il supporto del Servizio per il contrasto dell'estremismo e del terrorismo esterno dell'Ucigos, nasce a fine 2015. Allora, rende noto la polizia, "il giovane era stato già oggetto di una sentenza di patteggiamento, emessa dal Tribunale di Torino alla pena di due anni di reclusione con sospensione condizionale della stessa per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, avendo redatto e pubblicato sul web alcuni documenti di esaltazione dello Stato Islamico".

"Era un soggetto molto motivato e non intenzionato ad alcun ravvedimento" ha detto il questore di Torino, Francesco Messina, che ha aggiunto: "al momento dell'arresto ha profferito una serie di frasi contro le forze dell'ordine che ha definito tiranni ed ha detto di andare a testa alta in prigione, quindi andava messo in condizioni di non nuocere". "Abbiamo ritenuto di dover intervenire per eliminare questa minaccia, poteva compiere delitti", ha detto ancora Messina.

Dalle successive attività di indagine avviate dai poliziotti della Digos è emerso "un crescente percorso di radicalizzazione di Halili che, nonostante la citata sentenza, aveva addirittura intensificato la sua attività di proselitismo e indottrinamento mediante il reperimento, la consultazione su diverse piattaforme multimediali e l'archiviazione di vario materiale di propaganda ed inneggiante al Jihad prodotto dallo Stato Islamico".

Tra il materiale confluito negli atti d'indagine, "vi sono diversi filmati riproducenti le gesta dei mujaheddin in Siria ed Iraq, le cruente esecuzioni nei confronti di civili e militari, le rivendicazioni e/o celebrazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles nonché gli infervorati sermoni di 'predicatori dell'odio' del calibro di Anwar Al-awlaki, conosciuto anche come 'il Bin Laden di Internet', considerati da Halili come dei veri e propri padri spirituali al pari del portavoce del Califfato Mohamed Al Adnani".

Proprio in occasione della diffusione della notizia della morte di Al Adnani, sottolinea la polizia, "l'arrestato aveva creato e pubblicato su una piattaforma social ad accesso pubblico tre playlist con i messaggi più famosi del defunto portavoce dello Stato Islamico tra cui quello diffuso nel settembre 2014 che veicolava l'ordine dello Stato Islamico di scatenare la campagna del terrore in Europa che ha portato alle stragi compiute a partire dal gennaio 2015".

Il materiale jihadista acquisito da "Halili Elmahdi sul web in lingua araba o inglese veniva poi da lui meticolosamente tradotto e/o rielaborato in italiano con lo specifico fine di utilizzarlo nella sua attività apologetica e di proselitismo in favore della jihad", riferisce ancora la polizia. L'uomo "grazie all'utilizzo dei social network era poi riuscito ad attrarre nella sua sfera di influenza altri internauti, in particolare italiani convertiti all'islam e giovani immigrati di seconda generazione".

Oltre all'arresto del 23enne, nel corso della vasta operazione di polizia, coordinata dalla procura di Torino, la polizia Torino, con il supporto degli uffici di polizia di Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia, ha eseguito 13 perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di appartenenti agli ambienti dell'estremismo islamico nel nord Italia.



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