RETTIFICA: Arrestato padre Superiore Ordine dei Ministri degli Infermi

08 Novembre 2013   17:06  

Rettifica come da richiesta dopo sentenza della Corte di Cassazione "per non aver commesso il fatto":

 

“Lo strumento delle intercettazioni ancora una volta al centro dell’annosa vicenda giudiziale che ha visto coinvolto Padre Renato Salvatore in una esperienza processuale durata 10 anni, passando per ben tre gradi di giudizio ed uno ulteriore di rinvio alla Corte di Appello di Roma, per dimostrare la sua innocenza; giustizia è stata fatta.

Finalmente, il 4 maggio 2023 l’incubo giudiziario di Padre Renato Salvatore può dirsi risolto, provato e commosso nell’aula della Corte di Appello di Roma, accanto ai suoi difensori gli avvocati avv. Massimiliano Parla e Annarita Colaiuda, entrambi del foro di Roma, ha appresso della propria assoluzione per “non aver commesso il fatto”.

La difesa di Padre Renato Salvatore è riuscita a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti riguardo al presunto sequestro di due religiosi suoi confratelli che avrebbero dovuto partecipare alla elezione per confermarlo Superiore Generale del proprio Ordine dei Camilliani, Ministri degli Infermi, ordine presente sui 5 continenti.

Al centro della vicenda processuale ci sarebbero stati alcuni stralci di conversazioni telefoniche ed ambientali che la Procura della Repubblica ha posto alla base del proprio castello probatorio per promuovere l’accusa nei riguardi di Padre Renato Salvatore e che gli avvocati Parla e Colaiuda sin dal primo grado di giustizia hanno contestato, eccependo, sia la loro inutilizzabilità ai fini del decidere, sia la loro irrilevanza ai fini della penale responsabilità dell’ex Padre Generale dei Ministri degli Infermi.

L’esito assolutorio “per non aver commesso il fatto”, ottenuto in Corte di Appello solo in sede di rinvio dalla Corte di Cassazione, poteva avvenire molto tempo prima e sin dal primo grado di giudizio se solo l’eccezione dei difensori fosse stata ascoltata ed accolta perché assolutamente fondata come poi ha di fatto dimostrato e confermato la pronuncia della Suprema Corte.”

 

NOTIZIA RETTIFICATA

Per ottenere la riconferma alla guida del misericordioso Ordine, non ha esitato a far sequestrare per l’intera giornata due sacerdoti che avrebbero dovuto partecipare all’elezione. Solo così, “sottraendo” quei due voti rivelatisi decisivi al suo antagonista, padre Renato Salvatore, 58 anni, era riuscito a farsi riconfermare Superiore generale presso l’Ordine dei Ministri degli Infermi (noto come l’Ordine dei Camilliani, dal fondatore San Camillo De Lellis) lo scorso 13 maggio 2013, data-simbolo per la Chiesa (apparizione di Fatima).

Ma quella votazione, adesso, è finita nella bufera: la Guardia di finanza di Roma, nell’ambito delle indagini condotte dal Gico e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha arrestato lo stesso padre Renato Salvatore assieme ad altre cinque persone.

La Guardia di Finanza di Roma lo ha prelevato, tra lo sconcerto dei confratelli, presso la Casa generalizia in piazza della Maddalena dove ha sede l'ordine antichissimo, fondato da San Camillo de Lellis alla fine del '500 e che da oltre quattro secoli si dedica alla cura agli ammalati e gestisce case di riposo, accoglienza e ospedali. Proprio la gestione di uno di questi, l'ospedale Santa Maria della Pietà di Casoria, era nel mirino di padre Salvatore e dei suoi complici, in particolare di quello che la Guardia di Finanza ritiene il vero regista dell'operazione, il commercialista e faccendiere Paolo Oliverio.  

Originario della provincia di Chieti, 58 anni, ex cappellano al san Camillo di Roma, docente al Camillianum, eletto superiore dell'ordine la prima volta nel maggio 2007, chi lo conosce definisce don Salvatore un religioso «intraprendente».

Oliverio è finito nelle indagini sull'ex Consigliere Idv alla Regione Lazio Vincenzo Maruccio, come destinatario di numerosi bonifici, nelle inchieste sulla P3 e sull'eolico in Sardegna, il cui sistema finanziario era gestito da Flavio Carboni, con cui Oliverio vantava frequenti contatti finanziari e personali. In passato è stato anche coinvolto, sempre secondo i finanzieri, nella gestione di alcuni conti correnti in Liechtenstein, per conto di Renato Squillante e Attilio Pacifico.


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