BREXIT: UN FANTASMA SI AGGIRA PER L’EUROPA

22 Giugno 2016   13:19  

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Deputato Fabio Porta eletto nella circoscrizione esteri America-Meridionale, componente della III Commissione Permanente Affari Esteri e Comunitari e Presidente del Comitato Permanente Italiani nel Mondo e Promozione del Sistema Paese.

BREXIT: UN FANTASMA SI AGGIRA PER L’EUROPA

Pochi mesi fa, proprio dalle colonne di “Comunità italiana”, abbiamo fatto conoscere ai nostri lettori la parola GREXIT, uno dei tanti neologismi coniati in Europa per definire situazioni nuove ed inedite sul piano politico o economico. Per “Grexit” (Grecia-exit) si intendeva ovviamente l’uscita dalla Grecia dall’Unione Europea, a seguito della grave crisi economica e poi politico-istituzionale che sembrava preludere ad una soluzione di questa natura. Quando sembrava che non esistessero più margini o alternative, vuoi per una possibile decisione della stessa Grecia che per una imposizione della Unione Europea (che avrebbe potuto provocare se non l’esclusione di uno Stato sovrano e Paese membro dal consesso, la fuoruscita dall’area dell’Euro, la moneta unica europea), la situazione si è poi stabilizzata, grazie da un lato ad un nuovo governo che ha deciso di rispettare i vincoli imposti dalla cosiddetta “Trojka” (Commissione europea, Banca Centrale Europea e FMI) ma anche in virtù di una maggiore, sia pure relativa, flessibilità su tempi e modalità di applicazione dei cosiddetti parametri-UE.
Oggi un nuovo fantasma torna a turbare i sogni, o forse sarebbe meglio dire “il Sogno !”, di chi ha lottato, creduto e costruito la più grande area di pace e sviluppo esistente al mondo, l’Unione Europea appunto. Sparita la GREXIT ecco che compare la BREXIT, la possibile uscita della Gran Bretagna dalla UE. Tra pochi giorni i “sudditi di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra”, o – più correttamente – i cittadini della Gran Bretagna, saranno chiamati ad esprimersi con un referendum proprio su questo delicatissimo tema: la permanenza all’interno dell’Unione Europea, della quale la Gran Bretagna, pur non essendo mai entrata nell’area dell’Euro, è uno dei Paesi più forti e rappresentativi.
L’esito del referendum è incerto ma, come ha sostenuto qualche settimana fa Ian McEwan – uno dei maggiori scrittori inglesi viventi – “questo genio non tornerà nella bottiglia; il problema diventerà una questione ricorrente nella politica britannica”; secondo McEwan “l’intero progetto europeo è sull’orlo dell’abisso, e se c’è un Brexit questa potrebbe essere la spinta che getta l’Europa nel burrone.” Lo scrittore inglese, come tanti osservatori delle questioni europee, teme quindi un “effetto domino”: “se ci sarà la BREXIT presto potremo cioè parlare della FREXIT (l’uscita della Francia dalla UE, NdA) e così via”… Personalmente non arrivo a questo punto di pessimismo, anche se non ritengo giusto né prudente sottovalutare i rischi e i pericoli che il propagarsi di tendenze separatiste, egoiste e xenofobe in tanti Paesi europei possono avere nel breve e medio termine sul consolidamento del grande progetto di unificazione dell’Europa.
L’Italia, in questo contesto europeo e internazionale, può e deve esercitare un ruolo-chiave nel fermo sostegno alle politiche di integrazione europea; è quanto con convinzione e altrettanta determinazione sta facendo il governo guidato da Matteo Renzi che, per fortuna, ha incontrato negli ultimi mesi un grande alleato su questi temi proprio nella Germania di Angela Merkel. Un’Europa unita e forte costituisce la migliore garanzia per rafforzare in tutto il mondo pace e sviluppo, ma anche per contribuire alla creazione o al rafforzamento di altri spazi regionali politici ed economici, a partire dal Mercosud e dagli altri simili processi in atto in America Latina. Siamo consapevoli che la difficile sfida rappresentata dal dramma dei profughi e rifugiati che bussano alla nostra porta è un test complesso e delicato, soprattutto in una congiuntura economica di crisi e con alti livelli di disoccupazione; dobbiamo però essere altrettanto decisi nel rivendicare che il futuro dell’Europa è nell’accoglienza e nell’integrazione e non nella chiusura o nella costruzione di nuovi muri. In questo continente è nata la democrazia e si sono affermati nel corso dei secoli i princìpi di libertà, tolleranza e giustizia sociale; a noi europei la grande responsabilità di non dimenticare mai chi siamo e da dove veniamo. Quando ciò è successo abbiamo assistito alle pagine più brutte della storia dell’umanità, non dimentichiamolo.


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