Baby squillo dei Parioli: ''Lo facevamo per abiti firmati''. Pizzacalla chiede scarcerazione

07 Novembre 2013   10:13  

Volevano soldi e abiti firmati . Questo il banale motivo che ha portato le due ragazzine dei Parioli, di 15 e 14 anni, ad entrare nel giro della prostituzione.

Lo hanno detto loro stesse al procuratore Maria Monteleone e al pm Cristina Macchiusi. L'inchiesta come noto ha portato in carcere il caporale dell'esercito Nunzio Pizzacalla, abruzzese di Scanno, assieme ad altre quattro persone. Erano loro che avevano organizzato il giro di prostituzione minorile, procacciando clienti.

Pizzacalla ha chisto 

Al momento almeno 12 sono quelli finiti sul registro degli indagati con l'accusa di prostituzione minorile: rischiano condanne da uno a sei anni di reclusione

Una delle due baby squillo ha dichiarato al pm a proposito di Nunzio Pizzacalla: ''Era lui a organizzare gli incontri, ma avevamo deciso di mettersi da sole.

Il primo appuntamento lo abbiamo avuto con uno a piazza Fiume, ci siamo divise i compiti: lei doveva avere i rapporti sessuali.

Io le ho fatto vedere come si doveva fare su internet.

Prendevo i soldi e me li facevo dare prima del rapporto che lei consumava. Anche io chiamavo il taxi per andare agli incontri con i clienti, io l’ho vista come una cosa alla pari.''

Per quanto riguarda Mirko Ieni, l'altra mente del sodalizio volto allo sfruttamento della prostituzione, dichiara l'altra ragazza:

"Noi prendevamo 300 euro tutte e due insieme per la prestazione con rapporto completo, 200 per rapporto non completo, solo i preliminari.

Piano piano ho iniziato a lavorare da sola, chiedendo per un rapporto completo 150 o 100 euro. Senza Mirko lavoravamo tre volte a settimana, con Mirko lavoravamo tutti i giorni. Lo abbiamo conosciuto come cliente e poi è diventato il nostro intermediario".

 


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