Balneazione, "Pescara mi piace" a Del Vecchio, il silenzio e' doveroso e sono doverose le dimissioni

24 Marzo 2016   17:39  

"Una cosa non ci e' chiara, ossia se il vicesindaco Del Vecchio pensa che tutti i pescaresi abbiano l'anello al naso e siano pronti a credere alle sue personalissime ricostruzioni dell'emergenza balneazione, o se pensa, e spera, semplicemente che tutti abbiano dimenticato quanto accaduto tra l'aprile e il luglio 2015.

Nella sua lunga lettera di 4 pagine, piu' una memoria difensiva che una missiva, il vicesindaco dimentica un piccolo dettaglio: il vicesindaco e l'amministrazione comunale sono sempre stati costantemente aggiornati degli sversamenti nel fiume dei liquami della condotta di via Raiale, verificatisi per ben 13 volte in pochi mesi, perche' l'Aca glieli ha costantemente comunicati inviando in modo puntuale le mail che, per essere lette, non richiedono la presenza in ufficio, ma basta un cellulare.

E mai, in occasione delle 13 rotture della condotta e relativi sversamenti, di cui erano sempre messi a conoscenza, il vicesindaco o il sindaco Alessandrini hanno sentito la necessita' di informare la cittadinanza o emanare ordinanze di divieto di balneazione, comunque mai pubblicate sull'albo pretorio, a partire da quella clamorosa del 28 luglio, che ha causato lo sversamento di 30milioni di litri di feci e liquami nel fiume e nel mare in 17 ore, ammessa solo dopo l'allarme lanciato dall'Associazione 'Pescara - Mi piace'.

Evidentemente il vicesindaco non ha compreso che a volte il silenzio e' d'oro, e in questo caso, da parte sua, il silenzio e' doveroso, come sono doverose le sue dimissioni".

Lo hanno detto l'avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, dell'Associazione 'Pescara - Mi piace' commentando la lettera-confessione del vicesindaco Del Vecchio.

"Excusatio non petita, accusatio manifesta - hanno osservato l'avvocato Fiorilli e Foschi - e il vicesindaco Del Vecchio, evidentemente punto nel vivo dalla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e whatsapp relative all'emergenza balneazione dell'estate 2015, toccato dalla vicenda del 'cerchio magico', non ha saputo resistere al disperato tentativo di fornire la sua personale ricostruzione e interpretazione dei fatti in giornate che pero' tutti ricordiamo molto bene, anche perche', dinanzi ai silenzi e alle omissioni dell'amministrazione Alessandrini, abbiamo anche dovuto fare un'attenta ricerca di atti e documenti, che ovviamente conserviamo.

E dinanzi a quei documenti non ci sono scuse che tengono: il vicesindaco Del Vecchio e' sempre stato personalmente e tempestivamente informato di quanto accadeva alle nostre condotte, al nostro fiume e al nostro mare.

Almeno lo e' stato dall'8 aprile in poi, visto che l'Aca gli ha sempre comunicato, sulla sua mail personale (vicesindaco@comune.pescara.it, e poi all'indirizzo protocollo@pec.comune.pescara.it), in tempo reale, quanto accadeva. Fa sorridere leggere oggi che il vicesindaco Del Vecchio tenta di far credere che in realta' lui e il sindaco non hanno potuto fare le ordinanze perche' non hanno ricevuto per tempo la comunicazione inerente la non balneabilita' del mare da parte dell'Arta, e le comunicazioni sono arrivate quando gia' il problema era rientrato: apprezziamo la fantasia, ma facciamo notare che gia' dalla notte del 28 luglio il vicesindaco era al corrente della rottura della condotta di via Raiale, che ha sversato in 17 ore 30milioni di litri di liquami, anzi nei giorni seguenti si e' anche vantato di essere stato subito presente sul cantiere.

A fronte di un tale evento, il divieto di balneazione era un atto cautelativo scontato, logico, ovvio e amministrativamente dovuto, non c'era neanche bisogno di attendere i risultati delle analisi dell'Arta, ma doveva intervenire, a scopo precauzionale, subito, esattamente come prevede la legge in occasione di simili emergenze di protezione civile.

Se non commentiamo il giudizio della magistratura, il giudizio politico e' chiaro e scontato - concludono Fiorilli e Foschi -: il sindaco Alessandrini, il vicesindaco Del Vecchio e la giunta comunale si devono dimettere".


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