Beni culturali, e-mail a Franceschini per mancati pagamenti

23 Luglio 2014   11:03  

"Caro Ministro per i lavoratori dell'Abruzzo la vera rivoluzione del MiBACT e' essere pagati per il lavoro svolto". Questa la e-mail che i lavoratori dei beni culturali dell'Abruzzo stanno inviando al ministro Dario Franceschini per denunciare i ritardi nei pagamenti delle indennita' di turno e maggiorazioni, che arrivano fino a 3.000 euro pro capite.

A darne notizia, in una nota, e' Giuseppe La Spada della RSU-Soprintendenza beni archeologici dell'Abruzzo. "L'attuale situazione di vacanza dirigenziale all'interno della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Abruzzo - spiega - si ripercuote sui lavoratori delle Soprintendenze dell'Aquila, Chieti e degli Archivi di Stato, creando enormi disagi a tutto il personale impegnato quotidianamente nelle attivita' di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale. In particolare la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo e' senza dirigente da 2 anni.

I disagi economici si ripercuotono sulle famiglie dei dipendenti MiBACT che da novembre 2013 non percepiscono l'indennita' accessoria o di missione. Spettanze - osserva La Spada - che devono essere solamente pagate essendo gia' stati predisposti i decreti di riparto ed essendoci gia' da molto tempo la disponibilita' economica 'congelata' perche' in attesa di una fatidica firma".

Per il rappresnetante della Rsu "L'Amministrazione centrale ha piu' volte dato prova del suo scarso interessamento alla situazione regionale abruzzese limitandosi a prolungare un'agonia che gia' da tempo produceva i suoi danni all'interno di una struttura senza capo e che sia internamente che esternamente aveva ripercussioni di grande portata.

Ora tutto il personale dell'Amministrazione dei beni culturali della regione Abruzzo, esasperato da questa situazione, chiede un intervento chiaro e risolutivo direttamente all'on.le ministro Dario Franceschini affinche', come gia' dimostrato in altre occasioni, sappia sbrogliare questo nodo burocratico che giorno dopo giorno si stringe attorno al collo dei singoli lavoratori che con coscienza e costanza quotidianamente svolgono le proprie mansioni".


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