Bernardo Bertolucci, su Maria Schneider fu violenza, lei non sapeva nulla, ma Marlon Brando si

L'attrice lo ripetè fino alla morte nel 2011 a soli 58 anni

22 Settembre 2013   08:25  

La scena che rese di culto il film di Bernardo Bertolucci "Ultimo tango a Parigi" nel 1974 quella in cui Marlon Brando, Paul nel film e la giovanissima Maria Schneider, Jeanne, avevano un rapporto anale usando il burro non era scritta nel copione.

Solo la mattina Bertolucci e Brando la pensarono e non avvertirono la Schneider che durante le riprese, lei, ingenua ed inesperta non seppe dire di no.

 “L’idea è venuta a me e a Brando mentre facevamo colazione – ha rivelato Bertolucci – A un certo punto lui ha cominciato a spalmare il burro su una baguette, subito ci siamo dati un’occhiata complice”.

L'anziano regista non è affatto pentito, anzi: ”Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una reazione più realistica, non di attrice ma di giovane donna. Lei piange, urla, si sente ferita. E in qualche modo è stata ferita perché non le avevo detto che ci sarebbe stata la scena di sodomia e questa ferita è stata utile al film. Non credo che avrebbe reagito in questo modo se l’avesse saputo. Sono cose gravi ma è anche così che si fanno i film: le provocazioni a volte sono più importanti delle spiegazioni. E’ anche in questo modo che si ottiene un certo clima, non saprei come altrimenti. Maria aveva vent’anni. Per tutta la vita è stata rancorosa nei miei confronti perché si è sentita sfruttata. Purtroppo succede quando si è dentro un’avventura che non si comprende, lei non aveva i mezzi per filtrare quello che succedeva. Forse sono stato colpevole ma non potranno portarmi in tribunale per questo”.

Certo una bella figura i due uomini e "mostri sacri" del cinema non ce la fanno, infatti si aggiunge al danno anche la beffa per la povera Maria Schneider, scomparsa nel 2011 a 58 anni per un cancro ai polmoni e che aveva più volte raccontato la verità fino a sfogarsi nel 2007 in un’intervista al Daily Mail:” Quella scena non era prevista nella sceneggiatura. Io mi sono rifiutata, ma poi non ho potuto dire di no. Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato perché non si può obbligare un attore a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma all’epoca ero troppo giovane, non lo sapevo. Così fui costretta a sottopormi a quella che ritengo essere stata una vera violenza. Le lacrime che si vedono nel film sono vere. Sono lacrime di umiliazione”.

Condanna o no di fronte alla Legge ora Bertolucci dovrà comunque vedersela con il giudizio del suo pubblico e quel film assume un significato molto differente.

Brando, mancato nel 2004, invece non potrà nè confermare, nè smentire.

 


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