Blundo replica alla Snam: ''Un metanodotto in zona sismica non è sicuro''

26 Luglio 2013   15:51  

Continua la polemica a distanza tra la ''cittadina al Senato'' Enza Blundo, del M5S e la Snam, in merito alla pericolosità del metanodotto adriatico

''Scrivo in riferimento all’articolo pubblicato a mia firma dal titolo “No al metanodotto Sulmona-Foligno, scempio ambientale” ed al successivo articolo a firma del Dott. Claudio Urciuolo Responsabile della Comunicazione Esterna Snam.

In merito ai numeri riportati nel mio articolo andato in stampa, c’era stato un errore nei dati del comunicato del quale io stessa mi sono avveduta ed infatti, con una mail del 18/07/2013 ore 10:05, ho prontamente informato il suo giornale per chiederle la rettifica.

Con la presente intendo ribadire tutte le perplessità già espresse e la linea politica del M5S in relazione alla realizzazione dell’opera progettata dalla Snam ed a tal proposito vorrei replicare a quanto sostenuto dal Responsabile della Comunicazione Esterna Snam:

il Dott. Claudio Urciuolo, per convincere i cittadini e le istituzioni ad accettare il grande metanodotto "Rete Adriatica", (un tubo da un metro e 20 cm che dovrebbe attraversare l' Abruzzo interno per oltre 103 km), afferma che "durante i terremoti più importanti avvenuti in Italia negli ultimi decenni - Friuli 1976, Irpinia 1980, Umbria / Marche 1997 e Abruzzo 2009 - nessuna condotta è stata minimamente danneggiata dagli eventi.”

Ciò non è propriamente vero perché, in occasione del terremoto del Friuli, il gasdotto di importazione dalla Russia avrebbe subito rotture in più punti;

mentre è noto che il sisma dell'Aquila ha causato la rottura dell'acquedotto di Paganica e che, sempre a Paganica , l’11 luglio 2009 è esplosa una tubatura del gas in seguito all'accumulo di metano sotto la sede stradale, in conseguenza del sisma.

Ma anche volendo prendere per buone, per comodità di ragionamento, le affermazioni del Dott. Urciuolo, il fatto che non sia mai accaduto nulla significa forse che abbiamo la certezza scientifica che mai nulla potrà accadere?

Anche le centrali nucleari giapponesi erano famose per essere considerate le più sicure al mondo, ma poi abbiamo avuto il disastro di Fukushima.

La Commissione nazionale V.I.A., che ha valutato il progetto della Snam, non la pensa come il Dott. Urciuolo: infatti, nel parere si legge che la Snam dovrà effettuare specifici studi di dettaglio sulla risposta sismica locale e ciò al fine (testuale) di "ridurre la vulnerabilità della condotta".

Questo significa che il metanodotto, anche dopo questi studi, è e resta vulnerabile.

Del resto, finora non abbiamo avuto notizia di nessun sismologo che abbia garantito l'assoluta sicurezza del metanodotto e della centrale di compressione in aree altamente sismiche come quelle dell'aquilano e della dorsale appenninica dove la Snam vuole far passare a tutti i costi il suo mega tubo: se il Dott. Urciuolo conosce invece sismologi che sono in grado di assicurare l'assoluta invulnerabilità della condotta, ne faccia i nomi.

Così come è pregato di farci sapere perché, se i metanodotti della Snam sono così sicuri, possono esplodere anche in seguito ad un semplice smottamento di terreno come è successo a Tarsia, in Calabria l'11 febbraio 2010 e forse (le indagini sono in corso) a Sciara, in Sicilia, il 20 luglio scorso.

Sa il Dott. Urciuolo che esiste il principio di precauzione sancito dall'art . 174, paragrafo 2 del Trattato Istitutivo dell' Unione Europea e che in virtù di tale principio, invocato dalla regione Emilia-Romagna, è stato accantonato il progetto del deposito sotterraneo di gas di Rivara (MO) in piena area sismica?

Sa il Dott. Urciuolo che la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati della scorsa legislatura, alla unanimità, ha votato una risoluzione che impegna il Governo a disporre, proprio in ragione dell'elevata sismicità dei territori attraversati, la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica?

Non crede il Dott. Urciuolo che l'ossessiva insistenza della Snam, a fronte della motivata opposizione di Parlamento, Regioni, Province e Comuni, costituisca una inaccettabile forzatura delle regole di uno Stato democratico?

In democrazia si discute, ci si confronta, si valuta e poi si decide.

Una cosa non è consentito fare : imporre dall'alto scelte preconfezionate.''

 


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