Durante la crisi il reddito medio pro-capite delle famiglie e' tornato ai livelli del 1993 e negli ultimi dieci anni la ricchezza finanziaria si e' quasi dimezzata.
Lo rivela il Censis che pubblica oggi il suo Rapporto annuale e mette in luce quello che definisce "lo smottamento del ceto medio".
"Il reddito medio degli italiani si riduce a causa del difficile passaggio dell'economia, ma anche per effetto dei profondi mutamenti della nostra struttura sociale, che hanno affievolito la proverbiale capacita' delle famiglie di produrre reddito e accumulare ricchezza", spiega l'analisi.
Negli ultimi vent'anni la ricchezza netta delle famiglie e' aumentata del 65,4% grazie soprattutto dall'aumento del valore degli immobili posseduti (+79,2%) ma i redditi non hanno subito variazioni diverse:
"Negli anni '90 e' aumentato, passando da circa 17.500 a 18.500 euro, si e' mantenuto stabile nella prima meta' degli anni 2000, ma a partire dal 2007 e' sceso ai livelli del 1993: -0,6% in termini reali tra il 1993 e il 2011".
Negli ultimi dieci anni, la ricchezza finanziaria netta e' passata invece da 26.000 a 15.600 euro a famiglia, con una riduzione del 40,5%.
La quota di famiglie con una ricchezza netta superiore a 500.000 euro, si legge ancora nel rapporto, e' praticamente raddoppiata, passando dal 6% al 12,5%, mentre la ricchezza del ceto medio (cioe' le famiglie con un patrimonio, tra immobili e beni mobili, compreso tra 50.000 e 500.000 euro) e' diminuita dal 66,4% al 48,3%.
E c'e' stato uno slittamento della ricchezza verso le componenti piu' anziane della popolazione.
Se nel 1991 i nuclei con capofamiglia di eta' inferiore a 35 anni detenevano il 17,1% della ricchezza totale delle famiglie, nel 2010 la loro quota e' scesa al 5,2%.