Cala il sipario sulla Sixty di Chieti Scalo: l'11 ottobre la chiusura. A casa 256 lavoratori

Rucci (Cgil): "Una sconfitta per tutti"

25 Settembre 2014   11:39  

Hanno coltivato fino all'ultimo la speranza che la peggiore delle ipotesi possibili fosse scongiurata, ora non rimane loro che ricominciare altrove pressoché da zero o, in alternativa, sperare nel riassorbimento da parte della nuova proprietà.

Saranno ben 256 i lavoratori che si ritroveranno senza occupazione a partire dal prossimo 11 ottobre, quando chiuderà i battenti lo storico stabilimento Sixty di Chieti Scalo, fondato nell'ormai lontano 1989 dagli imprenditori romani Wicky Hassan e Renato Rossi nella zona industriale di via Piaggio e colonna portante della zona industriale della val Pescara.

La crisi dello stabilimento si protraeva da ormai quasi tre anni, contrassegnata da un fallimento che, in termini tecnici, è sopraggiunto circa un anno e mezzo fa. Per i lavoratori, che il 10 ottobre vedranno scadere il termine ultimo della cassa integrazione, la sola speranza risiede ora nel piano di riassorbimento di almeno un centinaio di dipendenti nell'arco di tre anni promesso dalla nuova proprietà cinese.

Duro e sconsolato il commento di Giuseppe Rucci della Filctem-Cgil, secondo cui "la fine della Sixty è un evento tristissimo ed una sconfitta per tutti, per quanto già cinque anni fa avevamo provveduto a segnalare alle istituzioni le nostre perplessità. Risultato: 256 persone dotate di professionalità di alto livello buttate in strada dopo 30 anni di lavoro, per le quali continueremo comunque a lottare".

Anche Fabrizio Citriniti, presidente della Confindustria di Chieti-Pescara, ha parlato di "tragedia per l'intero territorio, che paga più di altri lo scotto della crisi, nonché una conseguenza del fatto che il mercato odierno è sempre più ingovernabile per molte aziende".


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