Caputi: "Il Servizio Idrico Integrato rischia il collasso per mancati rimborsi dalle aziende"

02 Aprile 2013   13:00  

"L'E.R.S.I. (Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato) corre rischi altissimi di paralisi finanziaria a causa della mole di oltre 25 milioni di euro di debiti che sei enti impegnati nel Servizio Idrico hanno accumulato nei confronti della società che siamo andati a sostituire. Siamo arrivati al classico punto in cui la situazione non é più sostenibile".

Ad lanciare l'allarme é Pierluigi Caputi, commissario straordinario unico per la gestione del Sistema Idrico Integrato, che dal 2009 coordina il servizio idrico regionale in sostituzione degli ex ATO (Enti di Ambito Ottimali), a seguito della fine dei lavori di commissariamento liquidatorio, che hanno stabilito che il vecchio gestore vanta nei confronti di sei aziende (Gran Sasso Acqua Spa, CAM Spa, SACA Spa, ACA Spa, Ruzzo Reti Spa, SASI Spa) un credito complessivo di circa 25 milioni di euro, che mettono il settore in una posizione di estremo rischio, anche in considerazione del fatto che i bilanci di tali società continuano ad essere approvati anche in constanza del parere negativo dell'E.R.S.I, pur presentando evidenti elementi di perplessità.

"A causa di tali mancati rimborsi", spiega Caputi, "l'Ente é gravemente impossibilitato nel portare avanti la propria attività. Occorre che le società facciamo chiarezza al loro interno, e soprattutto devono assolutamente dotarsi di un piano industriale ed attuare una gestione davvero efficiente. Tale inversione di tendenza rappresenta la sola ed unica soluzione per evitare il collasso. E' chiaramente ingiusto nonché esplicitamente proibito attingere alle bollette dell'acqua per ripianare i debiti accumulati: la soluzione di tale problema é compito delle aziende, tramite politiche gestionali adeguate".

Secondo il commissario, "per favorire la soluzione del problema si rende necessaria una drastica azione congiunta, a prescindere dal colore politico, di Regione, Province e soprattutto Comuni, proprietari delle società e dunque gli Enti amministrativi maggiormente indicati per la scelta e l'applicazione di un management idoneo e funzionale".

Lorenzo Ciccarelli

 

Il comunicato stampa:

CAPUTI: "OCCORRONO DECISIONI STRATEGICHE E COMPLESSIVE"

"L'ERSI, l'Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato, nasce con 25 milioni di euro di debiti non suoi, a causa della grave situazione finanziaria che eredita. Non è possibile non definire una strategia per salvaguardare il patrimonio di esperienze e di competenze delle Società in house in Abruzzo". Ad affermarlo è il Commissario Unico per la Gestione Commissariale del Sistema Idrico Integrato, Pierluigi Caputi, incaricato dello start-up del nuovo ente regionale. All'ERSI, come è noto, sono state attribuite dalla Regione tutte le competenze che erano in capo agli ex ATO, gli Enti d’Ambito Ottimali, che vantano attualmente crediti nei confronti dei sei soggetti gestori del Servizio Idrico Integrato per un ammontare complessivo di 25 milioni di euro, così come constatato dai commissari liquidatori degli Ato. La questione è esplosa perché con la conclusione dei lavori dei commissari liquidatori degli ATO e con la Delibera della Giunta regionale del 3 dicembre 2012 (n. 812), trasmessa alla Commissione Consiliare, si ha ormai certezza della gravità dei rischi cui è esposto il settore. Le sollecitazioni ai Soggetti Gestori di attenersi alle disposizioni di controllo degli ATO soprattutto sui bilanci non hanno trovato in molti casi riscontro: i bilanci continuano ad essere approvati anche in costanza di parere negativo dell'Ente di controllo, pur presentando vistosi elementi di perplessità. Le relazioni rimesse a fine 2012 dai direttori degli ATO ai fini della costituzione dell'ERSI, in merito alla situazione economico finanziaria dei Soggetti Gestori, non lasciano dubbi sulla gravità della situazione: gli ATO sono in una situazione di gravissima impossibilità a portare avanti le attività di competenza a causa dei mancati rimborsi e pagamenti da parte dei Soggetti Gestori. La possibilità di trovare soluzioni occasionali ad un problema strutturale non è più possibile. La situazione è divenuta oramai insostenibile. Come è noto, infatti, il Servizio Idrico Integrato in Abruzzo è gestito da sei Società a totale partecipazione pubblica (Gran Sasso Acqua Spa, CAM Spa, SACA Spa, ACA Spa, Ruzzo Reti Spa, SASI Spa). Le società, che presentano situazioni gestionali molto diverse, sono accomunate per lo più da una serie di fattori negativi, come si evince dalle criticità rilevate nei Bilanci 2011, che risultano essere poco trasparenti ed affidabili, a causa di una situazione debitoria molto significativa, con rilevanti problemi di liquidità, e crediti a bilancio di cui si ha più di un dubbio sulla reale esigibilità. Non possono sfuggire che anche in questa situazione esistono buone pratiche consolidate, quali la situazione gestionale e finanziaria della Gran Sasso Acqua, e l'opera di risanamento da poco avviata da parte della Sasi Spa. Dai dati complessivi dei bilanci delle sei Società di Gestione (Bilanci 2011) emerge: Debiti Totali: oltre 300 milioni di euro; Crediti Totali: oltre 200 milioni di euro; Ricavi Totali: oltre 145 milioni di euro. Nei bilanci sono impropriamente patrimonializzate le reti-beni demaniali per oltre 300 milioni di euro, ma come è evidente sono inutilizzabili come garanzia per i terzi.

 


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