Case popolari, Ater Pescara chiede arretrati per 500mila euro a 437 famiglie

Cgil e Sunia:"ingiustizia sociale, non tutti potranno pagare"

22 Dicembre 2014   10:30  

Altro che auguri o regali di Natale: molti inquilini delle case popolari Ater si ritroveranno purtroppo comunicazioni di tutt'altro tenore e nient'affatto gradite da parte dell'ente.

L'Ater, infatti, ha provveduto a far recapitare a 437 famiglie assegnatarie di altrettanti alloggi ingiunzioni di pagamento per un totale di più di 500.000 euro, in media circa 1.200 euro a famiglia, equivalenti agli affitti che esse avrebbero dovuto versare negli ultimi 10 anni e ricalcolati in base al reddito effettivo da esse percepito.

Gli avvisi, come prevedibile, hanno gettato le famiglie interessate nel panico, e suscitato polemiche e sdegno da parte della Cgil e del sindacato degli inquilini Sunia, i cui rappresentanti hanno parlato senza mezzi termini di "ingiustizia sociale, poiché alcuni non potranno pagare".

In una nota congiunta, i prarresentanti delle due sigle sindacali hanno affermato come "l'Ater, con un'interpretazione assurda ed arbitraria dell'articolo 25 della legge 96 del 1996, ha ritenuto che questi assegnatari, in virtù del fatto di essere diventati proprietari e quindi non più nullatenenti, avrebbero dovuto pagare anziché il canone sociale, un canone di affitto fortemente maggiorato rispetto al reddito effettivo".

Stando a quanto evidenziato dai sindacati, infatti, la "colpa" di alcuni degli inquilini destinatari delle recenti ingiunzioni sarebbe quello di avere ereditato alcune proprietà nei luoghi di origine delle famiglie, il cui valore sempre secondo i rappresentanti sindacali sarebbe comunque irrisorio, divenendo quindi secondo l'azienda di fatto proprietari.

Cgil e Sunia, che già nella precedente legislatura avevano chiesto ed ottenuto dal consiglio regionale una legge interpretativa dell'articolo 25 (la quale stabiliva che "le disposizioni di cui all'articolo 25, sono interpretate nel senso che si applicano a tutti i soggetti in possesso delle condizioni reddituali ivi definite, anche se proprietari o usufruttuari, a qualsiasi titolo, di beni immobili, beni che non producano redditi da locazione o da altra attività economica e che abbiano una rendita catastale o un reddito domenicale inferiori a 100 euro"), sono tornate a sollecitare l'interessamento al riguardo della giunta per convincere l'Ater ad applicare correttamente la norma.


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