Caso D'Agostino, possibile ribaltone in Comune: l'opposizione chiede le dimissioni di Di Primio

31 Luglio 2013   12:53  

Potrebbe avere conseguenze molto significative sul piano politico l'arresto dell'ormai ex assessore alle Politiche della Casa Ivo D'Agostino con l'accusa di violenza sessuale e concussione ai danni di cinque donne.

Stamani, infatti, in seguito alla vicenda, una riunione dei gruppi dell'opposizione ha stabilito all'unanimità la richiesta di dimissioni al sindaco Umberto Di Primio, successivamente illustrata nei dettagli nella sala del consiglio comunale dai capigruppo Enrico Iacobitti, Alessio Di Iorio e Filippo Di Giovanni (PD), Luigi Febo (Chieti per Chieti) ed Alessandro Giardinelli (Scelta Civica) al cospetto di una discreta platea di cittadini, tra cui anche l'ex vice sindaco Bruno Di Paolo.

"Una conferenza che era doveroso indire a causa dei gravissimi eventi verificatisi", ha esordito Iacobitti, che ha avuto premura di chiarire come "in merito all'arresto di D'Agostino, il PD ritiene di dover lasciare l'aspetto penale della vicenda agli inquirenti, mentre per quanto riguarda le valutazioni politiche mi sento in dovere di domandare pubblicamente al sindaco Di Primio se fosse al corrente di quanto stava accadendo nelle stanze del comune di Chieti. Se Di Primio dovesse rispondere di no, si tratterebbe evidentemente di una gravissima inettitudine politica ed amministrativa rispetto ai propri doveri di controllo e garanzia, mentre qualora invece rispondesse in maniera affermativa, le responsabilità prima che penali sarebbero etiche e morali nei confronti dell'intera città. Quanto accaduto riapre ancora una volta la questione morale della gestione del Comune, che andrebbe risolta tramite un dibattito culturale sul futuro che riguarderebbe l'intera città. Va aperta una fase nuova, che non può non aprirsi con l'assunzione di responsabilità da parte del sindaco e dei consiglieri di maggioranza, oltre che con le dimissioni da parte del primo cittadino e con la costituzione di una nuova proposta politica".

Febo, a seguire, ha inteso evidenziare come "di fatto la maggioranza non esiste più, come evidenziato dalla mancanza del numero legale nell'ultima seduta consiglio, e stamattina palesata ancor di più dall'assenza del numero anche alla conferenza dei capigruppo per indire una nuova seduta", mentre Di Iorio ha insistito sul "bisogno di riscossa morale della città in seguito agli ultimi fatti incresciosi. Chieti ha diritto ad una amministrazione seria: la precedente ha sicuramente commesso molti errori, ma ha sempre segnalato gli episodi controversi".

Anche Giardinelli (Scelta Civica), si é associato nella "richiesta al sindaco di assumersi le proprie responsabilità e di rassegnare le proprie dimissioni. Il sistema politico di questo Comune é marcio, come sta a dimostrare anche il topo morto trovato in una busta attaccata presso la mia auto domenica, dopo che avevo consegnato in segreteria interrogazioni su vari temi di stratta attualità".

Di Giovanni, in conclusione, ha avuto premura di rimarcare "il lavoro ed il coraggio delle forze dell'ordine nel porre fine ad una situazione squallida e paradossale, e soprattutto il coraggio dimostrato dalle vittime di tali fatti, che con le loro denunce ci hanno permesso di conoscerli. Se da un lato mi associo alla richiesta di dimissioni del primo cittadino, l'attuale amministrazione sin che sarà in carica ha il dovere di sostenerle ed assisterle".

Lorenzo Ciccarelli


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