Caso di Simona D'Angelo, parla l'avvocato: "Va aiutata, questione più morale che giuridica"

"Solo dal Comune qualche piccolo aiuto"

13 Novembre 2013   11:00  

Nell'intervista rilasciataci quasi due settimane fa, Simona D'Angelo aveva dettagliatamente illustrato e mostrato le misere condizioni in cui si vede costretta ad andare avanti, con tre figli disabili a carico, un alloggio fatiscente ed assenza di lavoro.

Da allora, tolto il sostegno offertole per i prossimi sei mesi dall'Emporio della Solidarietà della Caritas di Pescara, nessun altro ha bussato alla sua porta per porgerle un aiuto, tantomeno, purtroppo, le istituzioni. Di contro, risulta che il figlio più piccolo, affetto da una grave forma di dermatite, si é aggravato.

L'avvocato Luisa Presenza, che da tempo assiste gratuitamente Simona nella sua richiesta di un lavoro e di un'abitazione più dignitosa ed adatta alle condizioni di salute dei suoi figli, ha specificato una volta di più le motivazioni alla base di tali richieste: "L'appartamento in cui attualmente risiede Simona é del tutto inidoneo alla salute dei suoi tre figli, tutti e tre disabili, in particolare del più piccolo, Enrico, di appena 6 anni, affetto da una allergia alimentare e da contatto di origine autoimmune. Va da sè come un appartamento così fatiscente sia estremamente nocivo per lui".

Per questo motivo, da tempo Simona domanda di poter cambiare alloggio: "Ho scritto personalmente una raccomandata all'Ater, senza però ricevere alcuna risposta. E' evidente che Simona ed i figli hanno diritto a vivere una vita dignitosa" -ha proseguito l'avvocato - "e dunque hanno diritto ad un'abitazione decente, o quantomeno alla ristrutturazione di quella in cui risiedono".

Non bastasse il problema abitativo, sussiste anche la mancanza di lavoro, essendo Simona da tempo disoccupata, dopo il licenziamento da un'impresa di pulizie operante presso il Megalò a causa di un infortunio.

"Simona ha assolutamente bisogno anche di un lavoro, anche modesto, che però le consenta di far fronte alle varie spese e di sfamare i propri figli, soprattutto il più piccolo, la cui allergia impone alimenti specifici. Per tale motivo ho presentato un'istanza presso la Prefettura, in cui illustravo nei dettagli la vicenda della donna" - ha detto ancora l'avvocato Presenza - "e poi ci siamo rivolti al Comune, che qualche piccolo aiuto lo ha fornito: un pasto al giorno in mensa per il figlio piccolo ed autobus gratuito per i più grandi".

Al di là di tanti piccoli aiuti, tuttavia, nessun Ente sinora ha saputo trovarle un impiego. "Io ho fatto tutto quel che era nelle mie possiilità per fornire un aiuto a Simona" -  ha concluso l'avvocato - "solo le istituzioni possono venirle incontro in maniera concreta, fermo restando che esse non sono agenzie di collocamento. Tuttavia, essendo questo un vero e proprio caso limite, credo che la questione, più che giuridica, sia da considerarsi morale. Simona ha davvero bisogno di uscire da tale situazione, chi può la aiuti".

Un appello al quale noi di Abruzzo24Ore.tv non possiamo che associarci, invitando chiunque abbia la possiblità di offrire un impiego anche modesto a Simona a farsi avanti.

Lorenzo Ciccarelli


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