Cassazione: doping non illegale per 'scolpire' i muscoli

Nessuna condanna inflitta dalla Corte d'appello dell'Aquila

09 Gennaio 2013   17:52  

Non compie reato di ricettazione chi fa uso di prodotti dopanti di provenienza illecita, non per alterare risultati di gare agonistiche, ma per modificare il proprio aspetto fisico.

Lo ha sancito la Cassazione, annullando senza rinvio "perche' il fatto non costituisce reato" la condanna per ricettazione di farmaci dopanti inflitta dalla Corte d'appello dell'Aquila a tre imputati.

Nel caso di specie, si legge nella sentenza n.843 della seconda sezione penale, "e' stato escluso che gli imputati avessero fatto uso delle sostanze anabolizzanti, che si erano procurate attraverso un circuito illegale, al fine di alterare delle prestazioni agonistiche.

Si deve pertanto escludere che nella fattispecie sussistesse un fine di profitto sportivo, collegato alla partecipazione a manifestazioni agonistiche, competizioni od altro.

L'unico fine perseguito dagli agenti consisteva nella volonta' di modificare il proprio aspetto fisico, anche a costo di assumere sostanze tossiche, palesemente dannose per la salute ed il loro benessere psico-fisico".

Per questo va esclusa la sussistenza del reato di ricettazione: "Il dolo specifico del fine di profitto, previsto per integrare la condotta di reato - concludono i giudici di piazza Cavour - non puo' consistere in una mera utilita' negativa, che si verifica ogni volta che l'agente agisca allo scopo di commettere un'azione esclusivamente in danno di se stesso, sia pure perseguendo un'utilita' meramente immaginaria o fantastica".


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