Centrali sul fiume Pescara: presentata alla Regione domanda di valutazione ambientale

15 Marzo 2013   15:04  

A cavallo tra i comuni di Spoltore e San Giovanni Teatino, il corso e le sponde del Pescara subiscono un'alterazione totale per più di 5 km a causa di due centrali idroelettriche in costruzione, l'ultima e definitiva devastazione subita dal fiume dopo gli scarichi di Bussi Officine, le anse dell'Interporto di Manoppello, la diga idroelettrica di Alanno e la costruzione di Megalò a Chieti Scalo.

L'allarme ambientale é stato lanciato stamani dalle associazioni Italia Nostra ONLUS, Marevivo, Ecoistituto Abruzzo e Mila Donnambiente in una conferenza stampa congiunta presso il Caffé Letterario di Pescara.

Dopo iniziali rifiuti nel 1999 e nel 2001, la Regione Abruzzo ha approvato ed affidato il progetto di costruzione delle due centrali alla società Sidital srl (ora Energia Verde srl) una prima volta nel 2003 e successivamente nel 2006, senza predisporre alcuna valutazione di impatto ambientale (VIA), con inevitabili ripercussioni sul panorama e sulle condizioni ambientali del fiume Pescara, la cui devastazione si é sviluppata a ritmi molto veloci e non accenna a diminuire. L'escamotage utilizzato é stata l'approvazione dei due progetti gemelli come un unico cantiere, posti a 2,5 km di distanza l'uno dall'altro, anziché separatemente, per poter di conseguenza valutare gli effetti ambientali come complessivi di entrambi.

I lavori, un anno fa, sono stati bloccati dalla magistratura e dal genio civile poiché mettono in pericolo la sicurezza della zona circostante in caso di esondazione del fiume. Da allora, la commissione regionale VIA non ha ancora portato a conclusione una procedura che prevedeva "la presa d'atto di varianti non sostanziali" nel corso della realizzazione delle due centrali, che tra l'altro produrrebbero un quantitativo di fatto irrisorio di energia, limitandosi all'ottenimento di certificati verdi. La ditta appaltatrice, dal canto suo, si é piegata a richiedere la VIA.

Domani, 16 marzo, scade il termine per presentare le osservazioni, dopo di che vi sarà la convocazione della commissione, che dovrà tenere conto anche del fatto che, entro il 2015, le norme europee impongono allo Stato di risanare tutti i corsi d'acqua, pena il pagamento di more.

A prescindere dalle decisioni della commissione, quanto segnalato dalle associazioni presenti oggi sbugiarda per l'ennesima volta quanti si ostinano a sostenere che l'Abruzzo sia la "regione verde d'Europa".

Lorenzo Ciccarelli


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