Che fine fanno i milioni di euro prodotti dai pannelli fotovoltaici del progetto CASE?

27 Novembre 2012   11:07  

Pubblichiamo la circostaziata denuncia dell'assemblea cittadina dell'Aquila.

''L’Assemblea cittadina da più di un anno chiede chiarimenti in merito agli impianti fotovoltaici installati sui tetti degli edifici del progetto C.A.S.E.

L’ultimo intervento a tal proposito è avvenuto in data 9 ottobre u.s., con una lettera inviata al Presidente del Consiglio Comunale, all’Assessore al Bilancio, ai Presidenti delle Commissioni Bilancio e Garanzia e Controllo.

Ne è stata data pubblica notizia anche tramite comunicato stampa.

In data 7 novembre 2012, poco importa se per coincidenza , per iniziativa autonoma, o in risposta a quanto rilevato dall’Assemblea, l’Assessorato ai Lavori Pubblici e Patrimonio del Comune dell’Aquila ha ritenuto opportuno pubblicare, sul sito del Comune, la relazione riguardante gli impianti fotovoltaici del progetto C.A.S.E.

Dalla lettura della stessa, non si ricava nulla di più di quanto l’Assemblea Cittadina già conosceva.

Le informazioni in essa contenute si riferiscono ai seguenti aspetti:

- il numero del contratto stipulato in data 14 gennaio 2010 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Protezione Civile (stazione appaltante) e il Raggruppamento Temporaneo di Imprese;

- in data 27 aprile 2010 è stato firmato dal Geom. Riccardo Fabiani per il Dipartimento Protezione Civile e l’Ing. Renato Amorosi per il Comune di L’Aquila il “Verbale di Passaggio delle Consegne”;

- i lavori di installazione degli impianti fotovoltaici sono iniziati in data 18 gennaio 2010 e si sono conclusi in data 17 giugno 2011;

- il Dipartimento Protezione Civile, con decreto n.6510, ha rimesso il certificato di collaudo delle opere in corso di approvazione;

- gli investimenti per la realizzazione degli impianti sono stati effettuati direttamente dal raggruppamento Temporaneo di Imprese che non ha ricevuto alcuna erogazione di somme, né dalla Protezione Civile, né dal Comune dell’Aquila;

- il costo di tali investimenti, a totale carico del Raggruppamento di Imprese, è pari a euro 20.800.062,90;

- l’unica obbligazione derivante dal contratto è costituita dalla locazione degli spazi in cui sono installati gli impianti per un numero di venti anni;

- il Raggruppamento di Imprese riconosce al Comune una somma pari a circa euro 227.535,22 annui, corrispondente al 9,01% della tariffa incentivante sull’energia prodotta.

A tutto’oggi, nessuna informazione è stata fornita in risposta a quanto l’Assemblea Cittadina aveva chiesto, entrando nel merito delle risorse corrispondenti alla tariffa incentivante e all’energia prodotta.

Energia immessa nella rete nazionale e, quindi, venduta.

Data l’assoluta mancanza di informazioni circa il contenuto del contratto e prendendo come base i dati riferiti ai costi/benefici degli impianti fotovoltaici in Italia, l’Assemblea ha dedotto che, tra tariffa incentivante ed energia prodotta in venti anni e totalmente rivenduta ( da tenere ben presente che né gli assegnatari, né il Comune beneficiano di tale produzione/rivendita) le risorse corrispondenti sono, sicuramente con calcolo per difetto, circa 60 milioni di euro che, una volta detratti i circa 21 milioni dell’investimento e i 4 milioni e 500 mila euro che verranno corrisposti al Comune, conferiscono al Raggruppamento di Imprese un guadagno netto di circa 35 milioni di euro.

Si tratta, quindi, per il Comune dell’Aquila, che ha ricevuto in consegna il contratto stipulato dall’allora Protezione Civile come stazione appaltante e che lo ha passivamente accettato in tutte le sue parti, di un contratto assolutamente svantaggioso, visto l’irrisorio ricavato.

Ci si chiede, a questo punto, come i progetti C.A.S.E. possano essere definiti Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili.

Sulla antisismicità forti sono i dubbi: ricordiamo che ci sono oltre 5 mila isolatori sismici da sostituire, poiché difettosi, ed i cittadini/assegnatari ignorano in quali edifici tali isolatori siano collocati.

Sul risparmio energetico, dopo l’inchiesta di Legambiente, i cittadini hanno appreso che meno della metà degli edifici è in classe A, nonostante il sito della Protezione Civile, dopo la correzione del dato, parli di una percentuale del 60%, che comunque è ben lontana dal 100% che si era voluto lasciare intendere sino ad allora.

Infine, per l’energia rinnovabile, si scopre che non è patrimonio dei cittadini/assegnatari, né dell’intera città, poiché il Comune dell’Aquila riceve una cifra irrisoria, quasi una “elemosina”, riferita al solo premio incentivante.

Al contempo, il Comune, alle prese con gli immensi costi di gestione, scarica gli stessi sui cittadini/assegnatari/terremotati che si vedono obbligati a pagare anche l’illuminazione dei lampioni del “compendio” dove temporaneamente dimorano. Il regolamento condominiale considera, infatti, ogni singolo progetto C.A.S.E. come un unico, grande condominio.

Sono a carico, quindi, dei comodatari non solo le pertinenze dirette dei fabbricati, ma:

1. le aree scoperte ed i viali interni,

2. i muretti di confine e di contenimento dei terrapieni,

3. i marciapiedi con i relativi manufatti,

4. le linee di illuminazione esterna ed i relativi lampioni,

5. tutte le spese di manutenzione ordinaria delle parti comuni del complesso immobiliare, costituito da tutte le aree destinate a verde e di uso comune di tutti i condomini del sito.

L’Assemblea continua a ritenere che la scelta del progetto C.A.S.E. sia stata una scelta sbagliata, evidenziando, tra le altre criticità, l’altissimo costo di manutenzione che, adesso, viene scaricato sui terremotati.

Considerare gli agglomerati come quartieri residenziali è l’ulteriore truffa che peserà sulla pelle degli aquilani. Assemblee straordinarie saranno tenute nei principali insediamenti del progetto C.A.S.E. , per discutere con i dimoranti le problematiche su elencate.

 


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