Chi sono i nemici del Porto di Pescara?

21 Gennaio 2014   16:51  

Riceviamo dai portuali di Pescara e pubblichiamo.

''Gli operatori portuali di Pescara tornano ancora una volta a denunciare i ritardi e le manovre che si stanno attuando a danno dell'economia portuale pescarese e delle forze economiche che vi gravitano intorno. Ancora troppe questione restano irrisolte e la sensazione ormai non è solo quella che dietro a tutto ciò ci siano solo incapacità o superficialità, ma che esista un vero e proprio disegno regionale ad impedire la ripresa del porto di Pescara. Ecco alcuni esempi.

Mentre i costosissimi lavori di dragaggio stanno per terminare, senza che siano stati raggiunti i fondali indicati dagli operatori portuali come ottimali per la ripresa di qualche tipo di traffico marittimo, è ancora buio fitto sul futuro ndell'adeguamento infrastrutturale dello scalo.

Sono trascorsi ormai 19 mesi dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni al nuovo Piano Regolatore Portuale di Pescara.

Da quel momento, secondo la legge, la Regione aveva 90 giorni di tempo per l'emanazione del provvedimento di conclusione del procedimento (la VAS, infatti, non è un'autorizzazione, bensì una procedura di eventuale integrazione ed incorporazione delle considerazioni di carattere ambientale nel Piano).

Perciò il termine è scaduto il 1 novembre 2012!

Ora è sotto gli occhi di tutti che, con motivazioni che appaiono tuttora pretestuose ed in ogni caso prive di alcuna considerazione sull'importanza di tale piano per il futuro economico, turistico ed occupazionale della città di Pescara e della regione, i funzionari competenti non hanno ancora portato a conclusione il procedimento, nonostante operatori ed esponenti politici cittadini abbiano più volte sollecitato la conclusione dell'iter.

Qualche amante della disinformazione ha poi diffuso cifre del tutto inventate sul costo eventuale delle opere marittime comprese nel Piano, qualora venissero tutte realizzate.

Si è addirittura arrivati a parlare in modo volutamente denigratorio di 200 milioni di euro, quando la stima effettuata dai progettisti nel 2008 arrivava a malapena a 97 milioni per tutti e tre i lotti (deviazione del fiume, adeguamento del porto commerciale, nuova darsena pescherecci).

Pur volendo rivalutare tale somma del 30% non si arriva a 130 milioni, ma se consideriamo l'ipotesi di stralcio della nuova darsena per la pesca, che quasi nessuno vuole e che da sola vale il 50% del costo totale del Piano, non si arriva a 65 milioni di euro!

Si tratterebbe di un investimento comunque importante ma che porterebbe lavoro, crescita economica e turistica, e contemporaneamente abbatterebbe quasi completamente i costi legati al dragaggio costante a cui è condannato lo scalo e che, a causa dell'incapacità degli enti competenti di assicurare regolari campagne di escavo, ha portato all'esborso di 13 milioni di euro per il dragaggio attualmente in corso.

Nel passaggio della legge di stabilità dal Senato alla Camera, l'On. Castricone ha presentato un emendamento che avrebbe destinato 15 milioni di euro per realizzare gli interventi infrastrutturali sul fiume e sulla sua foce, arrivando così a breve a ripristinare il deflusso delle acque in mare aperto.

Come si evince chiaramente dal verbale della seduta della Commissione Bilancio della Camera, nonostante il parere favorevole di Relatore e Governo, l'On. Castricone è stato costretto a ritirare l'emendamento.

Chi si è opposto? Quali forze politiche hanno votato contro l'uscita dall'emergenza costante del porto di Pescara?

Basterà leggere il verbale allegato per farsi un'idea su chi a Roma lavora a favore o contro il nostro territorio.

VERBALE DELLA SEDUTA DELLA COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA DEL 17/12/2013

Francesco BOCCIA, presidente, riprende l'esame degli emendamenti in precedenza accantonati. Comunica, quindi, Pag. 200 che il gruppo Partito Democratico ha segnalato l'emendamento Oliverio 1.474, interamente soppressivo del comma 17, in sostituzione dell'emendamento Castricone 1.932.

(...)

Maino MARCHI (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità (...) esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Castricone 1.932, relativo al comma 40.

Il viceministro Stefano FASSINA esprime parere favorevole sull'emendamento Castricone 1.932.

Antonio CASTRICONE (PD) illustra l'emendamento 1.932, a sua prima firma, finalizzato a fronteggiare la grave emergenza idrogeologica riguardante il bacino del fiume Pescara, raccomandandone l'approvazione.

Bruno TABACCI (Misto-CD) esprime disappunto per il parere favorevole sull'emendamento 1.932, in considerazione del fatto che la questione dell'emergenza dovute a calamità naturali è già stata ampiamente esaminata dalla Commissione nell'ambito dell'emendamento che ha previsto un apposito fondo da destinare alle situazioni segnalate da tutte le regioni.

Generoso MELILLA (SEL) ritiene che il Governo abbia espresso un parere favorevole sull'emendamento in questione a causa della situazione di assoluta emergenza determinatasi in seguito alla recente esondazione del fiume Pescara.

Il viceministro Stefano FASSINA sottolinea come, durante l'esame del provvedimento al Senato, il tema della prevenzione delle calamità naturali sia stato ampiamente discusso. Evidenzia, quindi, che il caso di specie è una situazione in cui è possibile fare prevenzione e per questo il Governo ha espresso un parere favorevole.

Guido GUIDESI (LNA) manifesta contrarietà per una situazione che potrebbe costituire un precedente preoccupante.

Paola DE MICHELI (PD) sottolinea come in Commissione vi sia stata un'ampia disponibilità da parte di tutti i parlamentari a far confluire in un unico fondo le richieste provenienti da diverse regioni, garantendo in tal modo le esigenze di tutti i territori e individuando un percorso lineare.

Laura CASTELLI (M5S) ritiene tale situazione inaccettabile, giacché da parte di tutti si era convenuto di non far votare singolarmente emendamenti riferiti a determinati eventi calamitosi.

Il sottosegretario Giovanni LEGNINI interviene sull'emendamento Castricone 1.932, sottolineando l'importanza della realizzazione delle infrastrutture ivi indicate nel porto di Pescara, necessarie a porre rimedio ad una situazione resa difficile da interventi sbagliati effettuati 30-40 anni fa, con la costruzione di una diga foranea.

Rileva che, ove non si intervenisse celermente, sarebbero necessari diversi milioni di euro solo per dragare il fondo del bacino. Suggerisce quindi di ritirare il predetto emendamento e di trasformarlo in un ordine del giorno indirizzato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il quale è competente nella realizzazione di opere che, in questo caso, non sono localistiche bensì di rilievo nazionale.

Cosimo LATRONICO (FI-PdL) dichiara di dissentire a livello metodologico, in quanto il Governo non può utilizzare la legge di stabilità come la cosiddetta «legge mancia», individuando determinate infrastrutture pubbliche verso le quali destinare le risorse disponibili.

Francesco BOCCIA, presidente, dopo aver ricordato che il sottosegretario Legnini ha invitato il presentatore a ritirare l'emendamento Castricone 1.932 e a trasformarlo in un ordine del giorno, chiarisce che è nell'ordine delle cose che alcuni emendamenti accantonati siano approvati, altri siano ritirati e altri ancora siano respinti.

Gianluca VACCA (M5S), con riferimento all'emendamento Castricone 1.932, rileva come gli interventi necessari nella città di Pescara non siano da individuare solo in relazione al suo porto, bensì anche con riferimento ad altre infrastrutture della città, la quale per anni è stata gestita in maniera inadeguata.

Antonio CASTRICONE (PD), accettando l'invito del rappresentante del Governo, ritira il suo emendamento 1.932 per trasformarlo in un ordine del giorno di indirizzo al Governo.

 


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