Chiazze di petrolio al largo costa abruzzese: la Edison corre ai ripari, rabbia degli ambientalisti

22 Gennaio 2013   16:03  

A seguito dello sversamento di idrocarburi nel mare Adriatico al confine tra Abruzzo e Molise, di fronte ad aree di elevatissimo valore ambientale quali la  riserva di Punta Aderci a Vasto, rende noto l'uffico stampa della Edison: 

''Si informa che sono in corso gli interventi di emergenza a seguito dell'avvistamento di una macchia presso il Campo petrolifero Rospo Mare che si trova nell’offshore Adriatico di fronte alla costa abruzzese, a circa 20 km a est della città di Vasto.

La tempestiva attivazione delle misure di emergenza ha consentito di fronteggiare con efficacia l'inconveniente senza ripercussioni per l'ambiente marino e le coste.

Le operazioni aeree, che hanno visto l’impiego dell’elicottero Edison e dell’ATR della Capitaneria, al momento non hanno individuato la presenza di greggio in superficie, evidenziando soltanto una scia iridescente nei pressi del campo (già arginata).

Sono al lavoro unità di sommozzatori per valutare l’integrità delle condotte sottomarine che portano la produzione di idrocarburi dal fondo del mare alla FSO Alba Marina.''

Rende poi noto la Guardia costiera di Campobasso: ''Ne' i sommozzatori, ne' il sorvolo con i mezzi aerei hanno rilevato altre chiazze di greggio nei paraggi della piattaforma per l' estrazione del petrolio Rospo Mare a largo delle coste adriatiche tra Vasto e Termoli. Le verifiche che proseguono interrotte dall' alba si sono spinte perfino alle Tremiti: sembra quindi prendere piede l' ipotesi che lo sversamento che ha prodotto l' allarme della nottata possa essere dipeso o dalle condotte di pompaggio o dalla nave appoggio stessa. Secondo quanto riferisce Pozzolano, ora in superficie, forse per naturale evaporazione dei fumi, non ci sono segni di presenze di petrolio, ma solo con l' arrivo del piccolo scafo per le ricognizioni sul fondo marino sara'possibile verificare se il petrolio si e' posato sul fondo. 

Il WWF, Legambientee Rifondazione comunista  esprimono comunque sdegno e preoccupazione.

LEGAMBIENTE: ''ACCERTARE AL PIÙ PRESTO LE CAUSE E INDIVIDUARE I RESPONSABILI'' 

''Desta serie preoccupazione lo sversamento di petrolio in mare rinvenuto questa notte nei pressi della piattaforma Rospo Mare al largo della costa abruzzese -molisana.

«Occorre accertare al più presto le cause, individuare i responsabili, verificare il livello delle misure di sicurezza attive sulle piattaforme e sulla nave di appoggio, e valutare infine gli eventuali danni ambientali – dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – I rischi delle attività di estrazione, stoccaggio e trasporto degli idrocarburi sono sempre più evidenti e devono far riflettere sul tentativo di deriva petrolifera che, fortemente propagandata nella proposta di Strategia Energetica Nazionale, il ministro Passera vuole impartire al Bel Paese».

L’inquinamento da idrocarburi rappresenta una minaccia quotidiana per l’intero Mediterraneo, attraversato ogni giorno da 2.000 traghetti, 1.500 cargo e 2.000 imbarcazioni commerciali, di cui 300 navi cisterna, che trasportano ogni anno oltre 340 milioni di tonnellate di greggio. Il rischio di inquinamento da idrocarburi si completa, infine, anche con le attività quotidiane illecite come il lavaggio delle cisterne in navigazione.

A tutto ciò occorre aggiungere nello specifico delle coste italiane la presenza di 9 piattaforme e 68 pozzi petroliferi, che estraggono mediamente circa 650.000 tonnellate di greggio l’anno. «È dunque importante - conclude Angelo Di Matteo - attuare una rete di controlli coordinata, sia su scala locale sia nazionale, che tuteli al massimo il nostro mare, scongiuri incidenti nelle piattaforme operanti, limiti i rischi di incidenti di collisioni e metta fine alle pratiche illecite di lavaggio delle navi cisterne». 

IL WWF: ''UN MOTIVO IN PIÙ PER ARGINARE LA DERIVA PETROLIFERA DELL'ADRIATICO''

Il WWF ricorda che già nel 2005 in questo tratto di mare ci fu una situazione da cardiopalma quando dalla nave di stoccaggio Alba Marina in fase di carico ci fu un cospicuo sversamento in mare di idrocarburi. Oggi, con grande preoccupazione veniamo a conoscenza di un altro sversamento in mare, questa volta, a detta dell'operatore stesso, di mille litri di idrocarburi. Ricordiamo che un litro di petrolio sversato in mare inquina migliaia e migliaia di litri di acqua. Dichiara Fabrizia Arduini, referente energia del WWF Abruzzo “Questo ennesimo sversamento ha le sembianze di un monito.

Proprio in questi giorni è in corso presso la commissione VIA -Valutazione di Impatto Ambientale- del Ministero Ambiente, il progetto di modifiche e ampliamento di Rospo Mare -RSM-B – Pozzi E.R.D- che prevede la perforazione di altri 3 pozzi più uno di perforazione orizzontale dalla piattaforma Rospo Mare B, e l'installazione di un'altra piattaforma.

Questo progetto fu bloccato in sede VIA dalla Legge Prestigiacomo, poiché a ridosso di riserve naturali, e rimesso in pista nel 2012 dal solerte Ministro Passera, con un articolo integrativo al Codice Ambientale, il fatidico articolo 35 del Decreto Sviluppo.

Ricordo, altresì, che nello stesso tratto di mare si vuole realizzare un'altra grande infrastruttura, quella della concessione “Ombrina” dell'inglese Medoilgas, con trivelle e impianto di trattamento su piattaforma. Il tutto di fronte alla costa abruzzese che, sulla base di una legge del 2001, dovrebbe essere perimetrata quale parco nazionale della Costa Teatina. Insomma, la deriva petrolifera porta con sé rischi inaccettabili.

Si dimostra ancora una volta la lungimiranza di chi si sta battendo per salvaguardare i mari italiani dalle trivellazioni petrolifere. Speriamo che anche questa volta il nostro mare già così compromesso, non riceva il colpo di grazia da questa insensata corsa al petrolio”. Nel frattempo gli ornitologi del WWF, nell'ambito delle normali attività di monitoraggio avifaunistico in corso, hanno segnalato alla Capitaneria di Porto l'osservazione avvenuta ieri pomeriggio di diversi gabbiani reali vistosamente coperti di idrocarburi posati a S. Salvo marina alla foce del torrente Buonanotte.

Sabato scorso ne era stato osservato, tra centinaia, solo uno coperto da idrocarburi. Inoltre un gabbiano comune coperto da idrocarburi è stato osservato sempre ieri alla Riserva di Punta Aderci.

Gli operatori hanno addirittura cercato di prenderlo tanto era in difficoltà, senza però riuscirci. Gli ornitologi dell'associazione ripeteranno oggi e nei prossimi giorni il monitoraggio. Il WWF richiede agli enti preposti di fare massima chiarezza sull'accaduto poiché i cittadini tutti hanno il diritto di essere informati. Riteniamo non più rinviabile, in considerazione dei ripetuti sversamenti in Adriatico, una seria verifica che faccia luce sullo stato delle strutture già esistenti.

In relazione allo stato di Rospo Mare, è indispensabile, sulla base delle norme esistenti sul monitoraggio degli impianti autorizzati in sede di V.I.A., che la Regione Abruzzo provveda a stabilire se le modalità di gestione del progetto rispondano a quanto a suo tempo autorizzato. Inoltre la valutazione del l'intervento di ampliamento deve essere svolta alla luce di quanto sta accadendo in queste ore.

PRC: BASTA CON LE TRIVELLAZIONI NELL'ADRIATICO

L'incidente di oggi conferma che le nostre preoccupazioni di cittadini e ambientalisti non sono infondate. Come chiediamo da anni insieme ai cittadini, alle associazioni, agli enti locali, alle Regioni bisogna dire basta alle trivellazioni nel Mare Adriatico. Purtroppo il parlamento - anche con il voto dei parlamentari abruzzesi di centrodestra e centrosinistra - con il governo Monti ha eliminato le poche norme che tutelavano parzialmente il mare e la costa. Ironia della sorte in questo momento è all'esame del Comitato V.I.A. del Ministero dell'Ambiente l'ampliamento di Rospo di Mare, un progetto sbloccato proprio dal governo Monti con i voti di PDL-PD-UDC-FLI. Segnalo anche che, senza nessuna attività di contrasto da parte della Regione Abruzzo, sta andando avanti l'iter della concessione Ombrina della Medoilgas. Invito il presidente Chiodi ad abbandonare l'atteggiamento di disattenzione sul tema e a seguire in prima persona queste vicende senza giocare a fare lo scaricabarile. E' assurdo che debbano essere le associazioni ambientaliste e i comuni a elaborare osservazioni e ricorsi mentre la Regione latita. La responsabilità di questo dilagare delle trivelle non è solo dell'assoluta ignoranza in materia ambientale della Giunta Chiodi, ma anche del centrosinistra che ha sui territori dice di essere contro la petrolizzazione e in parlamento vota il contrario. Maurizio Acerbo, consigliere Rifondazione Comunista Regione Abruzzo


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore