Chieti, De Patre: "Potevamo chiuderla prima"

Il tecnico dopo il Gavorrano: "Tante occasioni sprecate"

22 Ottobre 2012   11:32  

Resta con l'amaro in bocca Tiziano De Patre dopo la seconda sconfitta consecutiva, la prima in casa della stagione: il suo Chieti non è apparso spigliato come nelle precedenti prestazioni e lo si è notato sul campo. Soprattutto tra il 4' e il 36' del primo tempo, ovvero tra il gol del vantaggio di Mungo e la traversa di De Sousa: nel mentre praticamente nulla con le squadre imballate e chiuse nelle rispettive metà campo.

Un calo fisico? Forse: " Molto probabilmente ho caricato anche il lavoro durante la settimana,- spiega De Patre in sala stampa-i ragazzi che sono entrati hanno dato linfa nuova per pareggiare, ma purtroppo non riusciamo a buttarla dentro: Feola non ha fatto una sola parata ed abbiamo preso tre goal su tre tiri in porta". L'ex mister del Giulianova rimpiange le occasioni sprecate dai suoi tra il finale dei primi quarantacinque minuti e l'inizio della ripresa:  “Potevamo chiudere il primo tempo almeno sul 3-0, poi nel secondo siamo calati anche a livello fisico: qualche giocatore, dopo la lunga tirata delle prime partite, ha accusato la fatica".

Insomma, pare che il problema delle ultime uscite sia quello di non riuscire a trasformare in reti la gran mole di palle gol costruite: "Produciamo almeno dieci palle goal per tutta la gara ma non ne veniamo a capo: qualche problemino c’è. Non abbiamo delle prime punte, tranne Capogna: sono tutte seconde punte che giocano insieme creando molto. Buttarla dentro è una qualità innata. Abbiamo pagato la fatica nel secondo tempo, ma se avessimo chiuso il primo 3-0 avremmo sofferto meno. Loro erano attendisti e stavano tutti dietro: sull’1-0 dovevamo chiudere il match. Qualche giocatore ha bisogno di tirare il fiato, vedremo in settimana di cambiare qualcosa. In due partite non abbiamo preso punti e soprattutto, come detto, subito quattro goal su quattro tiri in porta: avendo una squadra giovane condiziona a livello mentale. Lavoreremo dunque per migliorare”.

Daniele Polidoro 


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