Chieti, l'attendismo non paga sempre. E lo svantaggio viene subito oltremodo

21 Ottobre 2013   08:30  

Nelle ultime due gare prima del derby di Teramo, il Chieti aveva conquistato altrettante vittorie contro Arzanese e Aversa Normanna adottando un approccio attendista nella prima parte di gara, per poi uscire e crescere un po' per volta nel corso della sfida.

Tale tattica, insieme al cambio di modulo dal 4-2-3-1 al 4-3-3, sembrava aver dato una precisa identità alla squadra di Pino Di Meo, anche in virtù della condizione fisica generale non ancora al 100% dopo le note traversie di inizio estate.

Contro i cugini teramani, invece, questo atteggiamento non ha dato i frutti raccolti nelle precedenti occasioni. Non é il caso di parlare di fallimento completo o di impianto di gioco da rivedere, ma senza dubbio l'impressione é stata che, contro un avversario dimostratosi di ben altro spezzore ed assai più cinico rispetto ai precedenti, attendere l'avversario e (tentare di) agire di rimessa non sia stata la scelta migliore.

Non solo perché il Teramo, dal canto proprio, si é sentito "legittimato" a fare la partita, ma anche perché i neroverdi in tal modo hanno praticamente rinunciato ad essere propositivi in avanti, affidandosi a qualche estemporanea ripartenza che non ha peraltro prodotto nessuna occasione da gol evidente.

Per il resto, in verità, i teatini non hanno affatto sfigurato sotto il profilo dell'impegno, dimostrandosi comunque squadra quadrata e costringendo il Teramo a tenare di far male quasi solo su palle inattive, riuscendovi fino alla rete di Casolla al 72', complice l'attenzione non ai massimi livelli della retroguardia.

Altro particolare da non sottovalutare, che ha trovato riscontro anche contro i biancorossi, risiede nella difficoltà dei ragazzi di Di Meo nel saper rimettere a posto le aprtite una volta passati in svantaggio: non é un caso, con ogni probabilità, che le quattro sconfitte sinora subite siano arrivate in conseguenza di un drastico cambio di atteggiamento dopo aver subito un gol, che evidentemente condiziona oltremodo la psicologia dei giocatori.

Una altro aspetto su cui il tecnico di trani dovrà forse lavorare ancora, per laciare definitivamente la sua squadra verso il raggiungiemnto dell'auspicata salvezza.

Lorenzo Ciccarelli


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