Chiodi: ''La ricostruzione bloccata dalla casta di Cialente-Lolli-Pezzopane

08 Aprile 2013   17:12  

Parole molto dure, quelle dette al quotidiano Il Tempo dal presidente di Regione ed ex-commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi. Sotto accusa i vertici del Pd aquilano. 

''Dopo la fase commissariale è cambiato molto perché mi sembra che fino al 31 agosto c’è stato un lavoro incredibile, facilitato da una governance commissariale, è stata svolta tutta l’attività propedeutica, aperti i cantieri per le case E, messe in sicurezza le scuole, aperti i Musp, consentito all’università di risolvere i problemi emergenziali abitativi, 35mila persone sono rientrate in casa.

Si faceva balenare che finita l’attività commissariale il centro storico sarebbe rinato noi abbiamo speso otto miliardi, loro non riescono a spendere un euro.

''C’è stato un blocco totale, comprensibile quando non brilla l’ordinaria amministrazione. E non dia la colpa al concorsone. La gente ha continuato a lavorare, non c’è stato un blocco come si è voluto far credere. Non sono partiti gli uffici speciali, ma non il processo di ricostruzione. Questi uffici sono interfaccia tra i Comuni e lo Stato. Saranno un organismo presente sul territorio per evitare un uso disinvolto delle somme a disposizione.''

''Cialente è sfuggito alle sue responsabilità strilla per la mancanza di soldi ma non impegna quelli che ha. Manca di efficacia, di rapidità e di responsabilità. L’obiettivo politico era quello di prendere in mano i processi della ricostruzione l’immagine esterna e il potere che può essere utilizzato. Io avvertivo più il senso di responsabilità che il potere. La casta politica aquilana si sente sempre più casta.

Tre persone che decidono su tutto, che si riciclano.

Un sindaco che si ripropone nonostante le critiche, un presidente della Provincia che viene nominato assessore esterno dopo essere stato bocciato dai cittadini, fino a essere traghettato in parlamento. Un parlamentare (Lolli ndr) che non riesce a confermarsi e che ora è in attesa di nuova sistemazione, che sicuramente vedremo a breve.

Una casta bloccata che impedisce di far sprigionare nuove forze. Un rischio per L’Aquila. E penso che anche il ministro Barca se ne sia accorto.''

''In dodici mesi di Governo Monti non sono arrivati altri soldi. Con quei due miliardi possono partire porzioni di centro storico, ma bisogna saper fare scelte e sopportare eventuali proteste di chi si sente penalizzato, si devono fare scelte sugli aggregati. Ci vogliono capacità, coraggio e indipendenza perché si muovono interessi di proprietari, imprenditori e professionisti.''

La risposta del Comune è stata una delibera generica che parla di assi per paura delle critiche. Come ai tempi degli espropri, decisi dal Comune ma scaricati sulla Protezione civile.''

 


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