Chiodi azzera i fondi del Cram. Mastracci difende le gite degli abruzzesi nel mondo

07 Gennaio 2014   11:12  

Alcuni giorni fa, a margine dell’approvazione del bilancio regionale, il presidente della Regione Gianni Chiodi, in una conferenza stampa tenuta assieme all’assessore Carlo Masci, ha espresso dichiarazioni sul CRAM, il Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo, chiosando su un’email a lui inviata dal Cav. Enzo Alloggia, emigrato in Svizzera e componente del CRAM, che lo richiamava alla responsabilità di non aver appostato nel bilancio di previsione 2014 neanche un euro per le politiche dell’emigrazione.

''Sono finite le gite del Cram in giro per il mondo pagate dai contribuenti  abruzzesi - ha dichairato il presidente Chiodi - Abbiamo detto basta, come abbiamo detto basta con le sedi in Romania e in Brasile. Di cui non abbiamo nemmeno i rendiconti. Perchè nessuno si è posto il problema di cosa ci si faceva con i soldi del Cram?''

A seguire la replica stizzita di Luciano Mastracci, presidente dell’Associazione Abruzzesi di Svezia e pubblichiamo.

''Signor Chiodi,

mi chiamo Luciano Mastracci e sono il presidente dell'AAIS (Associazione Abruzzesi in Svezia). Ho visto il video in cui spiega agli abruzzesi perché ha voluto ridurre a zero euro i contributi al CRAM.

L'ho vista prendere il cellulare per leggerci il nome di una persona che ha criticato la sua decisione come a voler fare intendere "una, due o tre voci tra la folla" allora ho deciso d'inviarle la presente, così adesso sa che ce se n'è affiancata un'altra.

Sempre riferendosi a quella persona dice che la bombarda con richieste di soldi. Ho letto le mail che le ha inviato e mi risulta che si sia espressa in altri termini.

Mi risulta anche che dal 2009, cioè da quando ha avuto inizio il suo mandato, le associazioni all'estero non abbiano ricevuto individualmente contributi di sorta per il fatto che bisognava ripagare un mutuo per risanare le casse della regione.

Adesso, che quel debito è stato azzerato, magari qualche associazione ha osato sperare che da quest'anno avrebbe avuto un aiuto nell'organizzazione di eventi nel paese dove risiede e non doverci rimettere di tasca propria come è spesso avvenuto ultimamente.

Invece e inaspettatamente ci arriva una doccia fredda da lei che vuole farci apparire come dei parassiti che stanno soltanto aspettando soldi da sperperare.

Ha usato la parola "gita" riferendosi al viaggio annuale che facciamo per incontrarci in un convegno. Lei non ci va ai convegni?

Anzi, visto che questa lettera ho intenzione di pubblicarla anche su Facebook, vorrei invitare chi mi legge a riflettere un istante se vede una differenza fra i suoi viaggi di lavoro (a quanti convegni presenzia ogni anno?) e le nostre gite. Nel mondo ci sono un milione e duecentomila abruzzesi.

Sono andato a Bruxelles in settembre, alla riunione di quest'anno, fresco di un'operazione alla schiena, con stampelle e zaino e le assicuro che è stata una grossa sfacchinata, altro che gita!

Ma volevo andarci perché era la prima volta per me e volevo conoscere, ascoltare, imparare ed anche presentare i quattro gatti abruzzesi in Svezia che rappresento.

Ho incontrato i delegati di una trentina di associazioni, ho sentito cosa hanno fatto, le difficoltà che hanno dovuto affrontare, i risultati ottenuti a vantaggio anche e soprattutto economico per l'Abruzzo; i progetti e tutto. E unicamente per amore della nostra regione. Ho avuto anche l'opportunità di far sentire la mia voce e sono tornato a casa pieno d'entusiasmo e ricco di suggerimenti su come poter realizzare in pratica certe idee per attivare uno scambio Svezia-Abruzzo in diversi settori.

Ci si alzava presto, ma non per andare in spiaggia o a teatro, e si tornava a casa spossati. Naturalmente abbiamo passato anche dei bellissimi momenti durante pause, pranzi, cene ma perché no? E poi, anche lì, in maniera più rilassata e senza neanche averne l'impressione, si seguitava a lavorare, visto che era sempre l'Abruzzo l'argomento di centro.

Signor Presidente, ha ripetuto la parola "gita" cinque volte. Se uno per far valere le sue ragioni deve ricorrere a spicciole soluzioni come la denigrazione e l'alterazione della realtà, il tutto contornato dalla battutina finale per far ridere significa che scarseggia di argomenti validi da esporre. Per convincere della validità della sua decisione ha inoltre parlato di cose poco chiare successe in Brasile anni fa. Non c'ero e non ne sono a conoscenza, mi risulta però che lì oggi stiano lavorando bene. In ogni caso, non è giusto mettere centinaia di rispettabili associazioni alla stregua di una che sbaglia.

Vabbè, cos'altro possiamo fare oltre a manifestare il nostro dissenso per convincerla a tornare sulle decisioni prese? Non dimentichi che noi, come lei, vogliamo bene all'Abruzzo e non le chiediamo altro che di darci la possibilità di riunirci una volta all'anno per poter lavorare meglio. Il CRAM che ci coordina fa del suo meglio per sostenerci, ma senza soldi, solo con le parole, non si va lontano.''

 


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