Chiodi: sacrifici, meritocrazia e spoil system intelligente

La cronaca della giornata dell'insediamento

03 Gennaio 2009   14:59  

Primo giorno a palazzo Centi, almeno da presidente, per Gianni Chiodi, il dodicesimo governatore dell’Abruzzo, probabilmente quello scelto dal minor numero di abruzzesi: a recarsi alle urne è stato appena il 52% degli elettori.

La giornata è stata quella delle grandi occasioni, nella sede aquilana della giunta regionale c’erano un po’ tutti i fedelissimi del neo presidente, ma anche qualche residuo della vecchia guardia, al primo piano di palazzo Centi era infatti presente anche Vincenzo Rivera, capo di gabinetto del presidente Del Turco, tornato al suo posto negli uffici della Regione dopo la sentenza del giudice del lavoro che lo ha reintegrato a seguito della rescissione anticipata del suo contratto da parte del vicario Paolini. Il suo incarico dovrebbe essere legato alla vita della legislatura, e la sua si è conclusa, ma chi sà se il centro destra lo confermerà al suo posto.

Il presidente Chiodi, in ufficio dal primo mattino, è salito nella Castellina (intitolata a Ettore e Domenico Troilo, partigiani, da Del Turco) alle 12 esatte, ora in cui era convocata la prima conferenza stampa da presidente.

Numerosissime le testate presenti ad attenderlo.

E le prime domande da parte dei cronisti non potevano che rivolgere l’attenzione alla situazione finanziaria dell’Ente e del settore sanitario. “Faremo di tutto per evitare nuove tasse agli abruzzesi” ha subito affermato Chiodi, garantendo l’impegno del nuovo governo affinché si esca il prima possibile dal piano di rientro dal deficit, annunciando tuttavia successivamente che il 2009 sarà un anno di sacrifici nel quale bisognerà adottare “misure non tutte popolari”, ma tutto finalizzato a scongiurare nuove tasse.

I tagli nel bilancio regionale ci saranno insomma, ma saranno dettati da un unico criterio: la meritocrazia. Meritocrazia nel settore della cultura, gli annunciati tagli fanno pensare più ad una razionalizzazione: attraverso la “qualificazione degli aspetti culturali” si metterà la parola fine ai finanziamenti a pioggia, prediligendo gli aspetti qualitativi.In relazione al piano sanitario il presidente ha sgomberato il campo da ipotesi di chiusura dei piccoli ospedali, pur annunciando una necessaria revisione del sistema ospedaliero regionale che deve prevedere la trasformazione di alcuni plessi.

Diversi avvertimenti e stoccate anche ai partiti: “è al di fuori della realtà – ha detto – chi crede che nulla può cambiare”; “i partiti hanno un ruolo importantissimo, se in grado di assolvere ai doveri che l’elettorato gli conferisce: finché i partiti riescono in questo, bene, per il resto interverrò io”. Una sorta di svincolo preventivo dai partiti sempre pronti, ora come in tutti i casi, a mettere sotto scacco e a rivendicare incarichi. Riguardo a quest’ultimi, ed alla necessità di razionalizzazione degli enti strumentali, che all’indomani delle elezioni appare meno realistica rispetto ai proclami elettorali, Chiodi ha annunciato che lo spoil system sarà applicato con intelligenza: anche in questo caso, sarà la meritocrazia a guidare la scelta delle persone da porre alla guida degli enti; i dirigenti nominati dal centro sinistra non saranno rimossi tout court ma per essi si procederà a valutazione del loro operato.

Un codice etico sarà poi presentato dal nuovo presidente nella prima seduta del Consiglio regionale, un vademecum che osserverà per tutta la durata della legislatura e che inviterà anche i consiglieri ad osservare.

A riguardo dei precari regionali, Chiodi è stato perentorio: “per accedere in modo definitivo al posto pubblico c’è un solo modo: il concorso”. Nei confronti dei precari delle Asl si procederà per verificare se esistano gli elementi della straordinarietà che possano derogare a quel principio di parità di opportunità di accesso al posto pubblico.Anche le politiche sociali per il nuovo presidente devono essere caratterizzate da criteri ben precisi: “per essere sostenibile il welfare deve essere meritocratico”. Ricordando che l’Abruzzo ha una percentuale di invalidi molto alta in Italia, Chiodi ha affermato che “estendere il welfare a categorie che non hanno reali necessità, significa sottrarre risorse a chi necessita davvero di aiuto”.

Chiodi è tornato anche sul centro oli che dovrebbe realizzarsi sulla costa fra Ortona e Francavilla, ribadendo la sua contrarietà, non per fanatismo “ambientalista privo di sensibilità globali” perché – ha detto – “so bene che la sfida sul futuro è nel campo energetico”, annunciando infine che “l’Abruzzo farà la sua parte nello scenario nazionale che deve ridare autonomia energetica all’Italia”.

Sui trasporti abruzzesi, Gianni Chiodi si è domandato “come mai non siano state fatte mai gare pubbliche e non si sia mai pensato di consentire l’ingresso di capitali privati, seppur in percentuale minoritaria, in modo da rendere le aziende regionali competitive sul mercato” e non costantemente perdenti. “Oppure – si è domandato Chiodi – si vuol mantenere tutto pubblico per mantenere strumenti di potere politico?”. Non avendo insomma la Regione disponibilità finanziarie per investimenti, l’idea del nuovo presidente è quella di far entrare i privati nelle aziende di trasporto pubblico, perché “mantenere, come è giusto, le tratte in perdita non significa dover essere complessivamente in perdita”.

Sulla legge “L’Aquila capoluogo” proposta da alcuni consiglieri nella passata consiliatura, premettendo di conoscerne poco il contenuto, Chiodi ha ricordato come l’Abruzzo sia una piccola regione, con una popolazione pari a quella di una città, seppur su un territorio molto più vasto, bisognerebbe quindi superare anacronistiche dinamiche campaniliste. “La regione ha bisogno di strategie complessive e non più localiste”.

Sul fronte dei rifiuti, per il presidente “le discariche sono il peggior modo, fra quelli esistenti, per smaltire rifiuti” ed ha annunciato l’abrogazione della legge sui rifiuti che prevede il raggiungimento del 40% di raccolta differenziata prima della realizzazione di termovalorizzatori; praticamente l’annuncio ufficiale della realizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione. Ma nell’immediato, per far fronte alle emergenze, si farà necessariamente ricorso alle discariche.

Cucitissimo sulla composizione della giunta, il presidente ha solo detto che colloqui, telefonici e dal vivo, con i due coordinatori del Pdl Piccone e Di Stefano ci sono stati ma in nessuna occasione si è parlato degli assetti della nuova giunta. Resta difficile credergli, tuttavia per ora non ci sono che delle indiscrezioni.

In un’ottica di attuazione del federalismo, Chiodi senza mezzi termini ha affermato che in caso di necessità per la regione, essendo il presidente degli abruzzesi, non esiterà a chiedere aiuto a Roma, alias governo amico.

Marco Signori


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