Cialente e Pezzopane martedì a Roma con le carriole: "Il Governo decida se dobbiamo morire"

La macchina funziona, ma ormai non c'è più un goccio di benzina per farla camminare.

E' questa la situazione dell'Aquila presentata dal sindaco Massimo Cialente stamane. Non ci sono soldi, lo si ripete da tempo, ma oggi il Comune ha presentato i dati.

Di 5000 pratiche totali, 2000 sono già concluse ed hanno già avuto assegnato il contributo che di fatto, però, non c'è.

Mancano infatti 621 milioni di euro per le pratiche pronte, quelle per i quali i cantieri potrebbero partire domani mattina stesso, per un totale di 1584 fuori i centri storici e 330 dentro.

Una situazione di totale e assoluta emergenza per la quale Sindaco, consiglieri comunali, e sindaci del cratere tornano a manifestare a Roma, con le carriole piene delle pratiche della ricostruzioni.

Attualmente per le pratiche pronte, quelle che stanno per essere concluse e quelle della Sovrintendenza c'è un buco complessivo di 800 milioni di euro.

L'unica chance, spiegano i rappresentanti dell'amministrazione comunale, è rifinanziare la Cassa Depositi e Prestiti, che non pesa direttamente sulle casse dello Stato.

E non ci sono ancora neanche i soldi stanziati di recente dal Cipe, ovvero i 2,2 miliardi di euro, fermi al Ministero dell'Economia, che non li libera.

La sopravvivenza dell'Aquila si decide in questi giorni, e la questione è stata posta anche sul tavolo dei dieci saggi che venerdì finiranno il loro lavoro e lo presenteranno al Presidente Napolitano.

Monti, nel colloquio con il sindaco Cialente la scorsa settimana, ha fatto capire che i soldi da dare a L'Aquila, sono "un colpo terribile per lo Stato " (testuali parole di Cialente in conferenza stampa, ndr).

Mercoledì prossimo la questione L'Aquila approda anche in Senato, perché si ottenga un atto parlamentare per L'Aquila.

Sarà poi il DPF che si approva a giugno a dire se L'Aquila deve rinascere o morire.

Nell'intervista: 
Massimo Cialente, sindaco L'Aquila