Clowndoc, l'esperienza della Onlus di Pescara nella casa circondariale di Chieti

24 Giugno 2013   16:25  

Si è svolta lo scorso 7-8 giugno a Roma l’annuale Assemblea Nazionale del Volontariato della Giustizia dal titolo “Oltre il sovraffollamento la pena della salute e degli affetti”, organizzata dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (CNVG).

Si tratta di un importante appuntamento di confronto fra enti, associazioni e gruppi impegnati quotidianamente in esperienze all’interno degli istituti penitenziari sulle tematiche della reclusione e dell’esclusione sociale che ha visto anche la partecipazione di rappresentanti del Governo e del Parlamento. All’interno dell’assemblea si è svolto il workshop “Affettività e genitorialità nei luoghi di reclusione” in cui è stata presentata l’esperienza di “Clownterapia e sostegno alla genitorialità” che l’associazione Clowndoc Onlus di Pescara ha svolto presso la Casa Circondariale di Chieti da dicembre 2012 a marzo 2013.

Il progetto di sostegno alla genitorialità, fortemente voluto dalla Direzione della Casa Circondariale, è stato presentato a Roma dalla dott.ssa Alessandra Lupone, presidente di Clowndoc, e dalla dott.ssa Stefania Basilisco, funzionario giuridico-pedagogico della Casa Circondariale di Chieti, referente ed ideatrice del Progetto per l'Istituto penitenziario. La clownterapia ha come primo impatto quello di “ri-strutturare” agli occhi dei bambini la rappresentazione del carcere, da spazio angusto e restrittivo a contesto gioioso e divertente nel quale continuare ad alimentare l’affettività del rapporto con il genitore detenuto. La presenza di una coppia di clown dottori dell’associazione Clowndoc Onlus, attraverso interventi di contatto ed animazione ha come principale finalità quella di ‘fare da ponte relazionale’ tra le persone e nello specifico di favorire il contatto e la relazione tra genitori detenuti e i loro figli, ma anche tra detenuti, loro familiari, bambini e polizia penitenziaria. L’intervento di clownterapia non produce effetti solo sulla relazione genitori-figli ma su tutto il contesto carcere, perché l’introduzione di un cambiamento in una parte del sistema produce cambiamenti in tutto il sistema.

“La nostra esperienza è stata seguita con attenzione e molto apprezzata” dichiara la dott.ssa Alessandra Lupone, “è stato un bel momento di confronto. Siamo contenti e orgogliosi di questa ulteriore crescita per la nostra associazione, grazie anche alla sensibilità della Direzione della Casa Circondariale di Chieti e di tutto il suo personale. Ci stiamo organizzando per poter proseguire il progetto.”


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