Coldiretti Pesca, il decreto sul fermo biologico nell'area di "Fossa Pomo" va ripensato

14 Luglio 2015   15:12  

“Un provvedimento che appare demagogico e poco utile per una reale e specifica tutela delle forme giovanili. Siamo pertanto a richiedere un ripensamento per scongiurare le prevedibili proteste dei pescatori”.

Lo dice Coldiretti Impresa Pesca in riferimento al decreto sul fermo pesca a valenza biologica 2015 che precluderà, oltre la fascia costiera, con tutta probabilità le attività di pesca con le reti a strascico anche all’interno della vasta area della Fossa di Pomo, fino alla batimetrica dei 200 metri e interesserà sia l’area conosciuta come Fondale che i Fondaletti.

“A qualche settimana dall’avvio del fermo nel centro-sud Adriatico ancora non si ha contezza delle dimensioni dell’area preclusa per la segretezza nelle quale è stato blindato il provvedimento – dice Tonino Giardini, responsabile Coldiretti Impresa Pesca - vorremo rilevare che detta Fossa, per le marinerie dedite alle pesca che vanno da Civitanova Marche a Termoli, rappresenta una zona strategica per la pesca con i sistemi a traino.

 In tal senso, non possiamo quindi che sottolineare che tale provvedimento causerà non pochi danni economici al settore e forti resistenze.

La condivisione sarebbe stata un elemento utile, se almeno si fosse iniziato con un certo anticipo a parlare di fermo biologico, per valutare gli effettivi benefici sugli stock ittici che abitano questi fondali.

L’esperienza diretta e quasi quotidiana dei pescatori avrebbe potuto evidenziare il fatto che chiudere la vasta area della Fossa del Pomo e relative aree connesse, tra agosto ed ottobre, sarebbe del tutto ininfluente per la tutela delle forme giovanili delle specie che vi abitano bersaglio delle flotte pescherecce delle due sponde, poiché in questi periodi non vi è la presenza di considerevoli masse di giovanili.

Tale azione di chiusura sarebbe stata forse più utile se effettuata precedentemente, ad esempio tra marzo e maggio. Pertanto ad oggi non si comprendono le finalità di tale preclusione”.

Secondo Coldiretti impresa Pesca, sulla base della carenza di forme giovanili nell’habitat del “Pomo” in estate ed inizio autunno, è ancor meno comprensibile il fatto che venga vietata la pesca solo ai sistemi a traino, autorizzandone invece l’accesso a tutti gli altri attrezzi, quando è risaputo che i sistemi a strascico risultano poco selettivi principalmente in presenza di giovanili. 

“I pescatori – aggiunge Alberto Bertinelli, direttore Coldiretti Abruzzo - si chiedono perché permettere l’accesso di tutti gli attrezzi da pesca fuorché lo strascico in detti areali. 

Il provvedimento di massima appare, pur non conoscendone dettagliatamente i contenuti, più demagogico che di effettiva efficacia in materia di valenza biologica e di poca utilità per una reale e specifica tutela delle forme giovanili. 

Siamo pertanto a richiedere un ripensamento sul provvedimento, onde scongiurare le prevedibili proteste”.

In proposito, Coldiretti Impresa Pesca ricorda inoltre che giovedì 16 luglio è stata convocata dalla Regione Abruzzo la Conferenza Regionale della Pesca e dell’acquacoltura e all’ordine del giorno ci sarà proprio la discussione della problematica connessa al divieto di pesca con il sistema a strascico nella Fossa di Pomo.


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