Comitati No-Ombrina, La mobilitazione sta pagando, Ombrina può essere affondata.

Governo costretto all'emendamento in legge di stabilità.

14 Dicembre 2015   09:57  

Il Coordinamento No Ombrina sta seguendo in questi minuti l'evoluzione dello scenario della legge di stabilità con l'emendamento presentato dal Governo per la modifica delle norme che riguardano gli idrocarburi, sia per quanto riguarda le 12 miglia che per quello che attiene all'art.38 dello Sblocca Italia.

Le mobilitazioni dell'ultimo anno stanno costringendo il Governo Renzi ad una marcia indietro che può segnare una prima vittoria dei cittadini nei confronti dei petrolieri. I 60.000 di Lanciano, i manifestanti a L'Aquila durante la visita di Renzi, i 500 a Roma sotto il Ministero potrebbero avere ragione sui lobbisti del petrolio e sul progetto Ombrina mare.

Il lavoro degli attivisti contro un progetto che metteva a rischio l'intero Adriatico e contro il quale sono mobilitate tutte le istituzioni territoriali potrebbe quindi dare i suoi frutti. Ovviamente bisogna tenere alta la guardia per evitare sgambetti dell'ultimo secondo. Si tratterebbe di una prima vittoria nella lunga strada per l'abbandono delle fonti fossili che stanno uccidendo il pianeta e inquinando vaste aree. E' un movimento attivo in tante aree del paese e nel mondo che si sta opponendo a leggi folli come lo Sblocca Italia.

Praticamente l'emendamento prevede il ripristino del divieto delle 12 miglia facendo salvi solo i titoli abilitativi già rilasciati. Ombrina, dalle informazioni che abbiamo ad oggi, non ha la concessione di coltivazione non essendo stato pubblicato il Decreto sul bollettino dell'UNMIG. E', quindi, una vera e propria corsa contro il tempo.

Nell'emendamento del Governo vengono abrogate anche alcune norme relative allo Sblocca Italia, tra cui la previsione di strategicità per le attività petrolifere. Ad una prima lettura un aspetto negativo contenuto nell'emendamento riguarda l'abrogazione della previsione del cosiddetto "Piano delle aree", inserito ad ottobre 2014 nel passaggio in Parlamento per la conversione in legge dello Sblocca Italia.

Prevedeva, finalmente, una pianificazione delle attività petrolifere, con uno strumento che avrebbe creato grossi problemi in futuro al MISE prevedendo finalmente l'esame degli impatti complessivi di tutti i progetti attraverso una Valutazione Ambientale Strategica. In ogni caso quella norma, il comma 1bis, era stata scritta male perché affidava allo stesso Ministero il potere di approvare il Piano senza l'accordo con le regioni e gli enti locali.

Un tema che andrà ripreso a breve ma oggi il dato è che la mobilitazione dei cittadini è l'unico strumento per opporsi a progetti potenzialmente disastrosi. E' comunque ovvio che la lotta continuerà anche per i progetti collegati agli idrocarburi fuori le 12 miglia e sulla terraferma visto che tutti gli scienziati considerano ormai indispensabile lasciare gli idrocarburi nel sottosuolo.

Attendiamo quindi gli esiti del confronto parlamentare pronti ad ogni ulteriore mobilitazione.


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