Commissioni d'invalidità Asl Pescara: 66 indagati per assenteismo e truffa

18 Novembre 2011   13:57  

La Guardia di Finanza di Pescara ha tracciato la linea sull'inchiesta riguardante la presunta truffa alle commissioni d'invalidità della Asl di Pescara. Nel provvedimento di circa 150 pagine d'avviso di conclusione dell'indagine a firma del Pm Annalisa Giusti, molte di queste sono servite per scrivere i nomi degli indagati, tra medici e funzionari, superiamo le 60 unità.

Secondo gli accertamenti effettuati dalle Fiamme Gialle agli ordini del comandante provinciale Mauro Odorisio ci sarebbero tutti gli estremi per l'imputazione di truffa aggravata. "Con artifici e raggiri - recita il provvedimento - i 66 medici e funzionari indagati avrebbero attestato contemporaneamente e falsamente la propria presenza sul posto di lavoro alla Asl e nelle commissioni d'invalidità, giungendo ad un ingiusto vantaggio patrimoniale di circa 300 mila euro.

La modalità molto semplice, bastava non timbrare i cartellini d'uscita dal lavoro per partecipare alle commissioni accumulando gettoni di presenza di 50 euro a seduta oltre, per i medici, a cinque euro per ogni pratica conclusa.

La legge, al contrario, dice che alle commissioni si può partecipare soltanto al di fuori dell'orario di lavoro, timbrando i cartellini d'uscita e accettando così diminuzioni di stipendio. Semplice dimenticanza quella di medici e funzionari? Secondo la Guardia di Finanza un'omissione ben calcolata perchè grazie a questa pratica non solo si arrivava a prendere lo stipendio pieno ma a questo si aggiungevano anche i gettoni di presenza per le commissioni.

Parte lesa la Asl che ha già ricominciato a riprendere i soldi indebitamente pagati, trattenendoli dagli stipendi dei dipendenti.

Tra i 66 indagati nomi illustri nel panorama medico pescarese e personaggi già noti alle cronache giudiziarie, come Riccardo Alderighi, sotto processo per i noti fatti alla Asl di Scafa. A conferma della bontà dell'indagine la lettera che il manager D'Amario lo scorso giugno ha spedito agli oltre tremila dipendenti, nella quale si segnala come fatto grave la non conforme registrazione degli orari di servizio ai terminali di rilevazione delle presenze ed inoltre si vieta categoricamente ai segretari di commissioni sanitarie dare appuntamento agli utenti negli uffici di appartenenza.


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